«Era un venerdì di novembre, come al solito uscii presto. Arrivando all’Istituto vidi un assembramento sul marciapiede. Camminavo a passo sostenuto cercando di non inciampare sul selciato sconnesso. Faceva caldo e l’ansia intorpidiva ancora di più la mia andatura. Mi avvicinai al gruppo, c’era anche Mauricio. “Cosa succede?” chiesi. “Si son portati via il professor Tarditi. Sono entrati in casa sua di notte, mentre dormiva”. “Chi è stato? La polizia?” “Non si sa. La moglie ha detto che erano cinque uomini armati di mitra, in borghese”. Si sentì un urlo: EVVIVA LA PATRIA PERONISTA. “Andiamo, Sofía, andiamo via di qua”.»
Argentina 1973. I sondaggi per le imminenti elezioni danno vincenti i peronisti con ampio margine, la fi ne della dittatura sembra a portata di mano. Ma la giunta militare non ci sta e una brutale campagna repressi-va insanguina le strade e le coscienze. Mentre alla radio si rincorrono notizie di ragazzi uccisi negli scontri in tutto il Paese, Sofía non vede l’ora di iscriversi all’Università e mordere la vita. Ma i genitori la vogliono tenere lontana dal fermento che attraversa la sua generazione. Sposare il suo primo amore le sembra allora l’unica via d’uscita. Dopo il matrimonio, però, David non sembra più il ragazzo che ascoltava Elvis Presley tenendola tra le braccia.