L’uguaglianza fra individui è un diritto. Come tale va difesa e rispettata.
I governi e le loro leggi, in tutto il mondo o quasi, ne fanno un vessillo di civiltà; ove manchi vengono additati al disdoro universale.
Eppure non si nasce tutti uguali. A volte il destino gioca contro ed assistiamo quasi impotenti al compiersi di tragedie.
Fra i molti, è il caso della bambina di Bari, di cui si è parlato (troppo poco) alcuni giorni fa sui giornali, che ci hanno informato essere nata, cresciuta e detenuta in una cuccia per e con il suo cane.
Sembra una storia inventata, per l’incredulità che suscita, quella che vede protagonisti dell’orrore un uomo invalido civile e disoccupato, sua moglie affetta da gravi disturbi psichici, la figlia di sette anni.
L’ambiente non è mai stato dei più idonei per un neonato e pare strano che nessuno si sia accorto di questa realtà. Ma quello che lascia ancora più increduli è che nessuno fosse a conoscenza dell’esistenza di questa bambina di cui i genitori hanno dichiarato la scomparsa solo nell’ottobre del 2009. Le ricerche effettuate da polizia e carabinieri hanno portato a scoprire un’ orrenda realtà: la piccola non era sparita ma segregata in un armadio, raggomitolata vicino al suo cane, coperta di escrementi e avanzi di rifiuti in una ciotola; cresciuti insieme condividendo cibo e prigionia. La piccola non parlava, si esprimeva come un cane. Forse abusata. A distanza di due anni, ora ne ha sette, e dopo costanti trattamenti psichiatrici , la bambina ha smesso di abbaiare, ma di fronte al magistrato non riesce a parlare e spiegare i fatti che l’hanno travolta in questi anni.
Un altro caso. Leggiamo, oggi 4 agosto, che
D’altra parte ha ben spiegato le sue esigenze: pare che il suo sia un mestiere molto duro se è vero che, come lei stessa ha dichiarato al giudice, “nei giorni in cui io non lavoro, curo la mia immagine. Devo andare in palestra. Ho appuntamenti di bellezza. Sono come un atleta: devo tenermi in allenamento“. E per una che ai tempi del suo fulgore aveva dichiarato che “non mi alzo neanche dal letto per meno di 10 mila dollari al giorno!” è più che naturale.
Certo suo figlio non dormirà in una cuccia, non abbaierà e parlerà almeno tre lingue, ma forse avrà anche il superfluo e il disutile.
In questo caso gli avvocati stanno lavorando per trovare una soluzione al caso; in quello di Bari invece il pm, visto che la piccola di fronte al magistrato non riesce a parlare e spiegare i fatti che l’hanno travolta nella sua breve esistenza, mancando dunque la denuncia verbale e chi possa rendere evidenti le colpe, ha deciso di chiedere l’archiviazione senza che nessuno sia formalmente indagato, visti la mancanza di prove e di capi d’imputazione.
Se appare volgare l’esosità della modella (che è pur sempre affare suo) quello che appare intollerabile e che ci vede coinvolti come persone e cittadini, è che accadano cose come quella di Bari senza che la giustizia faccia fino in fondo il suo corso e la società, con le sue istituzioni, non ripari ai danni ed ai torti subiti dalla bimba.
Su quale yacht navigherà il piccolo Augustin? In quale orrore crescerà la piccola di Bari? Se le pari opportunità alla nascita vengono sconvolte dalla follia, dall’omertà, dall’incuria e dall’incapacità della giustizia vuol dire che qualcosa di molto marcio è nascosto nelle società in cui viviamo.
Dols, agosto 2011
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