di Marta Ajò
E questa volta, l’8 marzo lo dedichiamo a voi!
Cari uomini, padri, mariti, amanti, compagni, figli ecc. e siete tanti, la giornata marzolina dell’8, la vogliamo dedicare a voi.
Prima che ci riempiate di mazzetti di mimose, spesso appassite, quelle commerciali imposte ad ogni semaforo, prima che facciate un qualsiasi altro regalino o ci offriate una cena, tutte noi, che siamo tante, vorremmo spiegarvi perché preferiremmo più fatti e meno fiori.
Per prima cosa vi vorremmo dire che questa celebrazione internazionale, non è nata da capricci “femministi” ma ricorda a noi, e tutti coloro che sappiano ascoltare, l’impegno delle molte protagoniste che, assai prima, hanno pagato sulla loro pelle o con la loro vita, la legittima ricerca della dignità tra pari.
Già, perché se non la sapevate, questa data non è solo simbolica ma piena di storia, di contenuti, di nomi, di ricordi e di ringraziamenti tardivi per quelle altre che la storia l’hanno costruita nel e fuori dal nostro Paese. Che hanno lasciato un segno tangibile di presenza e d’ingegno e che noi siamo disposte a raccontarvi.
Ci fa rabbrividire la constatazione che in molti consideriate famose solo le figure femminili che appaiono sugli schermi televisivi o sul web e non piuttosto, per non andare troppo indietro negli anni, quelle che hanno fatto la Costituzione Italiana o che hanno lottato per la conquista di leggi di cui direttamente o indirettamente beneficiate (divorzio, diritto di famiglia ecc.).
Le donne “marzoline”, sono le stesse a cui vi appoggiate, fin da primi mesi di vita, per essere accuditi e cresciuti, compresi, sostenuti, amati senza risparmio, con altruismo. Si, sono quelle che con voi, con più fatica, costruiscono e partecipano alla conservazione della specie umana.
Noi donne non rinneghiamo la vostra identità, perché siamo abituate a ragionare sulla completezza e sul valore delle differenze. Noi siamo propense alla pace e non alla guerra, che vuol dire intesa, accoglienza e equa distribuzione di beni ed averi, solidarietà.
Siamo, contemporaneamente ed entrambi, generi e persone, storia e futuro del mondo.
Per questo è necessario un dialogo tra noi, un punto d’incontro sereno e costruttivo, senza aspettare ogni anno che l’8 marzo suoni la sveglia.
Spesso avete messo a dura prova la nostra fiducia, a volte ci avete maltrattate, sottovalutate, troppo spesso aggredite, malmenate, violentate, uccise. Ci avete trattato con prepotenza.
Ecco perché, se vorrete e ci proporrete romanticamente una cena, al lume di una candela che illumini le nostre mimose sul tavolo, guardandoci negli occhi, potremo ricordarci che il nostro stare insieme non è una fiction ma vita reale, che sa essere difficile, dura, bastarda quanto ricca di meravigliose esperienze da condividere.
pubblicato su Dols, 08/03/2020