di Annamaria Vicini
Diverse tra loro ma tutte animate dalla stessa passione: dare valore e visibilità al pensiero e alla creatività femminile che si esprime attraverso la scrittura.
Sono le editrici femministe e a chiamarle a confrontarsi e a dialogare tra di loro è stato mercoledì 24 marzo il gruppo Libr@rsi della Casa delle Donne di Milano, in collaborazione con enciclopediadelledonne.it.
Il progetto, iniziato nel corso di Bookcity, dopo questo secondo evento proseguirà con un terzo nel mese di aprile.
Interpellate da Rossana di Fazio, che con Margherita Marcheselli cura l’Enciclopedia delle donne, le quattro relatrici – Gabriella Musetti (Vita Activa), Cecilia Palombelli (Viella editrice), Anna Maria Crispino (Iacobelli) e Angela Di Luciano (VandA) – hanno innanzitutto presentato sé stesse e le specificità delle imprese che rappresentano.
C’è chi, come Anna Maria Crispino, vanta una storia ultradecennale che inizia con la fondazione della Società Italiana delle Letterate e della storica rivista Leggendaria per poi approdare all’attuale carica di Direttrice editoriale. Come lei, anche Cecilia Palombelli può a giusto titolo definirsi “decana”, avendo iniziato nel 1979 con la realizzazione di una libreria specializzata su Medio Evo e Rinascimento per poi, in difficoltà a causa dell’avvento di internet, fondare una casa editrice che oggi vanta la pubblicazione di 100 titoli all’anno e di una decina di riviste.
Ha alle spalle una lunga carriera nell’editoria mainstream Angela Di Luciano che, desiderosa di uscire da un sistema marcatamente patriarcale, ha dato vita con una socia a una casa editrice molto connotata e “radicale”, orgogliosa di occupare una nicchia che tratta temi “forti” come la gestione del proprio corpo, l’utero in affitto, la prostituzione e la pornografia.
Più recente l’ingresso nel settore di Gabriella Musetti, avendo fondato un’impresa editoriale legata al territorio di Trieste con apertura sui Balcani nel 2014 quando, arrivata all’età della pensione, ha deciso di rimettersi in gioco, in relazione con la Casa Internazionale delle Donne.
Scrivere al femminile è andare oltre il canone
Anche chi, come Anna Maria Crispino, lavora in una casa editrice generalista, mantiene però uno sguardo particolare sulla produzione letteraria femminile che a suo dire si caratterizza per una maggiore libertà rispetto a un canone prestabilito e codificato, prediligendo spesso forme di scrittura ibride.
Così come Cecilia Palombelli, la cui casa editrice Viella ha uno stretto rapporto con la Società Italiana delle Storiche (di cui pubblica la rivista) oltre che con istituzioni accademiche italiane e straniere, mantiene un’attenzione particolare al femminismo senza però voler “creare un ghetto” ma con grande apertura e volontà di dialogo tra diversi ambiti.
Dell’estrema radicalità di VandA si è già detto ma, se non bastasse, vale citare la definizione di lavoro come “militanza” espressa da Angela Di Luciano. Pure lo stretto legame con il territorio di Vita Activa è declinato in chiave femminista perché «a Trieste c’è una tradizione letteraria enorme, ma tutta al maschile», ha sottolineato Gabriella Musetti, «e noi invece vogliamo far emergere le autrici dei secoli scorsi, donne colte e poliglotte ma, nonostante ciò, dimenticate».
Una mission comune: dare spazio alle giovani
Da parte di tutte c’è grande attenzione all’intergenerazionalità. Se Iacobelli punta su una redazione composta da persone di età diverse, Vita Activa ha creato una collana, denominata Gemme, che edita tesi di dottorato riguardanti tematiche femministe. La stessa casa editrice dedica anche spazio alla formazione delle colleghe più giovani, che vengono retribuite per il loro lavoro mentre le fondatrici prestano la loro opera in modo volontario.
La valorizzazione delle giovani storiche è anche nel DNA di Viella, mentre Enciclopedia delle donne, da alcuni anni diventata anche editrice, si pone l’obiettivo ulteriore di creare lavoro per le ragazze.
Editoria scolastica e sessismo
Una dura critica all’editoria tradizionale è venuta da Angela Di Luciano. Perché se è vero che anche le grandi case editrici pubblicano libri scritti da donne, lo scopo «è solo quello di fare profitto e quindi si punta su nomi già noti e su testi che presumibilmente diventeranno best seller e resteranno sugli scaffali solo pochi mesi per poi essere rapidamente sostituiti da altri titoli di autori famosi».
«Loro sono una macchina per fare soldi, noi facciamo libri in cui crediamo e che accompagniamo nel tempo», ha affermato Di Luciano. Sollecitate da una domanda proveniente dal pubblico, le editrici hanno affrontato il tema spinoso dell’editoria scolastica, spesso accusata di sessismo soprattutto per gli stereotipi di genere presenti nei sussidiari della scuola primaria. «L’editoria scolastica, fin dai tempi del Fascismo, è monopolio di pochissimi editori resistenti al cambiamento», è stata la poco confortante risposta di Anna Maria Crispino. Che però ha lasciato intravedere uno spiraglio di ottimismo riferendo che Zanichelli si è mostrata disponibile a rivedere i propri libri di testo in base alle proposte elaborate da gruppi di insegnanti, sia per quanto riguarda l’uso del linguaggio che per il superamento degli stereotipi di genere.
fonte: https://vitaminevaganti.com/2021/04/17/editrici-femministe-una-stessa-passione-dare-voce-alle-donne/