Sproporzionato il licenziamento anche ai danni del dipendente che ha precedenti disciplinari
Il licenziamento è troppo anche per il dipendente che comincia a fare i suoi comodi: un giorno arriva tardi perché non sta bene, l’indomani abbandona il posto pure adducendo motivi di salute. E all’azienda non basta sottolineare che il dipendente avesse precedenti disciplinari. È quanto emerge da una sentenza del 30 marzo 2011 emessa dalla sezione lavoro della Cassazione.
Sanzione eccessiva
Niente da fare per il datore spazientito: dovrà ancora sopportare le stranezze del dipendente. Secondo i giudici del merito, la condotta del lavoratore non è tanto grave da giustificare il recesso del datore ex articolo 2119 Cc. Ha un bel dire, il datore, che non sarebbero stati adeguatamente valutati i precedenti addebiti mossi al lavoratore. Il ricorso per cassazione è rigettato perché non autosufficiente: ripropone una valutazione del merito laddove osserva che, se la condotta del lavoratore fosse stata accertata correttamente, la sanzione del licenziamento sarebbe risultata appropriata. Manca, dunque, una censura di diritto vera e propria. Insomma: all’azienda non resta che pagare le spese del giudizio di legittimità, dopo aver ottenuto almeno la compensazione di quelle di primo grado.