Elezioni, le donne chiedono più spazio a partiti e televisioni, di Paola Orefice – Il Messaggero, 30 gennaio 1992

da | Feb 26, 2010 | Scritti d'archivio

Le donne insistono: vogliono più spazio. Dicono no all’emarginazione: pretendono che la loro attività politica sia riconosciuta e evidenziata, non messa in ombra. E si appellano ai partiti. Non vogliono essere "mortificate" nella composizione delle liste. Chiedono collegi sicuri per «ottenere un risultato che  permetta loro di riprendere la battaglia politica. La preferenza unica minaccia in particolare le donne, le quali invece chiedono un riequilibrio nella rappresentanza politica maschile e femminile. Insomma, l’aumento delle donne in Parlamento, che nella prossima legislatura trova una più forte giustificazione dettata dalla necessità di rinnovare la politica e le istituzioni.  

Per questo Tina Anselmi, presidente della Commissione parità uomo donna, ha convocato a Palazzo Chigi i vicesegretari dei partiti per un confronto diretto con le responsabili femminili. All’appello tutti presenti: Silvio Lega (Dc), Giuliano Amato (Psi), Cesare Salvi (Pds), ministro della Giustizia del governo ombra, Giorgio Bogi (Pri), Maurizio Pagani (Psdi), Roberto Savasta (PIi), Franco Servello (Msi), Edvige Ricci (verdi). Presenti alla riunione anche le responsabili femminili dei partiti. Interlocutori privilegiati il direttore generale della Rai, Gianni Pasquarelli, e Andrea Borri, presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai. A loro la richiesta di farsi interpreti presso l’azienda e gli stessi partiti per una maggiore presenza femminile in televisione. Perché, spiega la Anselmi, se  le donne non votano per le donne e non sentono questo  obbligo culturale,  perché non c’è una maturazione politica, che la tv e la radio possono contribuire a diffondere».  

Nonostante le assicurazioni dei vicesegretari sulla disponibilità a "favorire" le donne. La Anselmi insiste: «Le donne non hanno lobby alle spalle. Questa è una condizione di forza, ma in campagna elettorale è una debolezza. Ma noi vogliamo esserci per rappresentare quel 52 per cento dell’elettorato femminile».
E con queste premesse si avvia il dibattito-confronto. Prima la parola agli ospiti: i vicesegretari. Le conclusioni alle donne.  
Lega è d’accordo con la Anselmi: «Serve una cultura che guardi alla valorizzazione della donna come a un fatto naturale oltre che necessario». Conferma Amato: «Donna è bello e necessario. Ma il sistema della preferenza unica non semplifica la situazione a favore delle donne». E chiama in causa Pasquarelli e Borri, sottolineando la necessità di una maggiore attenzione da pane della tv alle tematiche femminili. “Sono connvinto che le donne aiutino ad aumentare l’ascolto, soprattutto se si organizzano dei faccia a faccia con gli uomini», dice Pasquarelli. E Borri, ricordando che le tribune sono gestite dai partiti, assicura che proporrà incontri televisivi incentrati sulle «tematiche femminili)). Mentre: Salvi conferma la politica del Pds che si pone come obiettivo di fondo il sostanziale riequilibrio della rappresentanza dei sessi in Parlamento.  

Tirando le somme: per la socialista Alma Cappiello «per riformare è necessario investire su nuove professionalità c intelligenze femminili»; per la ds Livia Turco (.è necessario che cresca una coscienza nelle donne elettrici che devono scegliere donna ); per la dc Silvia Costa «si deve creare un clima di attenzione su quello che le donne hanno realizzato”.

 

Commento di Marta Ajò 

Fra poco si andrà a votare. Nelle elezioni precedenti tutti i partiti hanno voluto giocare la carta della maggiore rappresentanza femminile nelle liste per dimostrare l’indice di volontà di rinnovamento nel paese e nella società ma con scarsi risultati.
Questo argomento della rappresentanza, che per noi donne è molto vecchio anche senza fare eccessivo dietrologismo, lo possiamo leggere già in quest’articolo per ricordare quale era, in quel momento, la posizione delle donne sull’argomento.
Oggi che le donne si sono imposte per merito e capacità politica, mentre invece i partiti mostramo sempre più le loro debolezze interne e di programma,  le candidature che corrono per le prossime regionali sono numericamente presenti e in alcune regioni significative; fra le altre sono in corsa per la presidenza della regione Lazio, cosa che non si era ancora mai verificata,  due candidate di peso cone Emma Bonino e Renata Polverini.