di Marta Ajò
Nella rappresentazione dei tanti scenari di genere la donna ha sempre la peggio. Qualsiasi sia la circostanza, il giudizio, il racconto, chi dice donna “dice danno”.
Perché gli antichi proverbi insieme alla saggezza di popolo hanno coltivato anche la maldicenza e l’opportunismo. Dunque in “donna=danno” c’e tutta l’accezione negativa di uno di essi, elaborati in modo sfavorevole come caratteristiche femminili di riconoscimento collettivo.
Il proverbio diventa cultura attraverso il dileggio.
Stereotipi, cliché, luoghi comuni che da sempre hanno condizionato pesantemente il ruolo della donna nelle società occidentali nonostante che i dati abbiano dimostrato esattamente il contrario.
E se parliamo del rapporto delle donne con i soldi, e nonostate che lo studio storico delle diverse civiltà dimostrino che in alcuni casi esse abbiano gestito proprietà comuni ed economia familiare, quale danno peggiore di una donna spendacciona, con le “mani bucate”, shopping-addicted, dipendente dalla carta di credito, mantenuta ecc.
Per fortuna, e grazie ad alcuni studi fatti lo si dimostra, le donne hanno raggiunto nel tempo un diverso rapporto con i soldi. E’ stato dimostrato infatti che le donne, la cui prudenza le tiene lontane dai rischi, hanno nel tempo coltivato una capacità gestionale, sia delle proprie ma anche altrui finanze, migliori di quelle degli uomini.
In un nuovissima ricerca del febbraio 2022 “Donne e investimenti:una ricerca sul divario di genere” , condotta della banca digitale N26*, sullo stato della finanza al femminile in Italia e i comportamenti delle donne investitrici ( e non) su un campione di circa 1.500 donne residenti in Italia emergono alcuni importanti risultati:
• Il 72% di chi investe afferma che nel 2022 prevede di aumentare la propria somma mensile e seppure preferendo la sicurezza dei servizi bancari (40%), il 30% delle donne investitrici sceglie principalmente le nuove forme di investimento, quali le criptovalute;
• Il 60% delle donne tra 35 e 44 anni che non hanno mai investito ha già valutato la possibilità di iniziare e in generale il 51% delle donne non investitrici sarebbero incentivate ad iniziare con una formazione adeguata e conversazioni più aperte sui temi finanziari.
• Quali sono le motivazioni principali che spingono le donne ad investire e quale ruolo gioca la professione svolta nelle preferenze di investimento?
Nelle priorità degli investimenti sono sicuramente collocabili i prodotti bancari in cui prevalgano, il il rapporto qualità-prezzo.
In particolare, anche per effetto della pandemia globale di COVID-19 ha avuto un ampio impatto sui mercati e sulle finanze personali, non sorprende che quasi la metà delle donne che investono dichiari di essere meno propensa a correre il rischio d'investire in questo periodo. Il 42% riferisce di avere meno capitale da investire attualmente. Questo è più evidente in Italia, dove il 59% dichiara di avere meno fondi da investire in confronto a prima della pandemia.
Ma come superare, negli investimenti, il divario di genere, se, come afferma ancora la ricerca
Nonostante i progressi degli ultimi decenni, il 60% delle donne che abbiamo intervistato crede che gli uomini abbiano ancora grande predominanza nel mondo degli investimenti. Quindi, cosa potrebbe motivare le donne a investire di più?
Questi i diversi approcci suggeriti aiutare le donne a investire:
• Parlare apertamente di investimenti. Le conversazioni aperte possono aiutare le donne ad acquisire fiducia in questo campo.
• Espandere l'accesso alle informazioni e risorse. Promuovere l'accesso alle risorse educative, specialmente quelle progettate per le donne, potrebbe aiutarle ad affrontare le sfide uniche di questo panorama e livellare il campo di gioco.
• Riconoscere e affrontare le disugualianze di genere. La pandemia ha solo aiutato ad aumentare alcune delle difficoltà finanziare affrontate dalle donne, che statisticamente sopportano il peso del sostenimento dei bambini e delle attività domestiche. Affrontare questi ostacoli e continuare a ridurre il divario salariale di genere può incoraggiare più donne a investire in piena fiducia.
Focus sui dati della ricerca
• Data, Città – Quali sfide devono (ancora) affrontare le donne quando decidono di investire i propri risparmi? E quali sono le motivazioni e le preferenze che guidano le loro scelte in questo campo? Che percentuale del reddito mensile riservano ai loro investimenti finanziari e in che modo fattori come la professione influenzano i loro comportamenti? N26, la banca 100% digitale, ha commissionato una ricerca condotta nel mese di febbraio 2022 su un campione di 1.483 donne residenti in Italia, analizzando le abitudini e le propensioni di chi investe regolarmente e di chi, invece, non si è mai dedicata a questa attività. Ne è emerso un quadro aggiornato sul binomio donne e finanza, che traccia comportamenti e attitudini di donne investitrici e non.
• Investimenti al femminile: è solo l'inizio
• Più della metà (56%) delle donne che non hanno ancora investito afferma di aver valutato questa opportunità in passato. Alla domanda su cosa le spingerebbe a provare, vengono esposte motivazioni simili a quelle delle donne che stanno già investendo: accrescere i propri risparmi a lungo termine (41%), costruire sicurezza finanziaria per la famiglia o i figli (40%) e aumentare il rapidamente il proprio capitale (29%). Particolarmente aperte a investire nel futuro sono le donne tra i 35 e i 44 anni: il 60% ha già valutato la possibilità di iniziare a farlo. La percentuale più alta di donne che non investe afferma che molto probabilmente prenderebbe in considerazione il settore immobiliare (29%), seguito da criptovalute (26%) e prodotti bancari (23%). Appare infatti significativo il potenziale delle nuove investitrici in Italia: ben il 72% di chi già investe afferma che nel 2022 prevede di aumentare la propria somma mensile. Le donne investitrici di età compresa tra 35 e 44 anni stanno pianificando di raddoppiare la cifra destinata a cogliere nuove opportunità di investimento rispetto al passato (+111%).
• Gli ostacoli agli investimenti e il ruolo fondamentale dell'educazione finanziaria
• Sia le donne che già investono che quelle che stanno pensando di farlo indicano la mancanza di reddito disponibile come motivazione principale che limita ulteriori investimenti o che impedisce di iniziare (rispettivamente il 42% e il 52%). Un terzo delle donne investitrici (33%) cita anche una certa incertezza sulla propria stabilità finanziaria futura (29%). Per le donne che non investono ancora la scarsa conoscenza (32%) e la mancanza di fiducia nei prodotti di investimento (15%) rappresentano barriere significative. Alla domanda su cosa le incoraggerebbe a iniziare a investire, oltre un quarto del campione femminile (28%) ha messo al primo posto un'adeguata formazione sul tema, mentre il 23% desidera conversazioni più aperte e semplici sui vantaggi e sui rischi legati all'investimento. Due donne su cinque (40%), infatti, dichiarano di non avere occasione di affrontare l'argomento con nessuno. Un altro aspetto utile, secondo le donne che non investono, sarebbe il supporto di consulenti professionisti che potrebbero aiutare le donne che intendono investire (22%). Sebbene la mancanza di conoscenza non sia un ostacolo per le donne italiane che già investono e la stragrande maggioranza (76%) si senta sicura nel prendere decisioni in questo ambito, poco più della metà (55%) dichiara di essere adeguatamente informata sugli strumenti finanziari. Il basso livello di informazione finanziaria è particolarmente visibile tra le più giovani (fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni), infatti l'81% si dichiara sicura, ma solo il 48% si sente informata.
• Paula Mariani, Director of User Experience di N26, ha commentato: “La ricerca dimostra chiaramente come nell'ambito degli investimenti finanziari ci siano tante opportunità per le donne. È molto positivo infatti che anche le donne stiano cominciando a prendere in considerazione e valutare gli strumenti migliori per far crescere il proprio patrimonio. Per N26 è prioritario contribuire proattivamente a questo processo, facilitando il dialogo con le nostre clienti e creando strumenti per la gestione del risparmio e degli investimenti che siano sempre più inclusivi. La nostra ricerca, ad esempio, rivela come la percentuale di donne che detiene Bitcoin sia triplicata negli ultimi tre anni e che, tuttavia, la percentuale di uomini sia ancora sei volte più grande. C'è ancora molto da fare e non vediamo l'ora di contribuire a costruire un settore degli investimenti accessibile a tutti”.
• I prodotti bancari sono lo strumento finanziario più apprezzato dalle donne
• Quasi 2 donne su 5 (38%) che investono considerano i prodotti bancari, come ad esempio i conti di risparmio, quale strumento finanziario preferito, seguiti dai prodotti assicurativi (es. assicurazioni sulla vita e pensioni), preferiti dal 34% delle intervistate e dalla compravendita di criptovalute (30%).
• Il risparmio a lungo termine prevale rispetto alla sostenibilità: perché le donne investono
• Quando si prendono in esame le motivazioni che spingono le donne italiane a investire, emerge prima di tutto il desiderio di massimizzare la propria capacità finanziaria con una prospettiva a lungo termine (49%), motivazione che è anche al primo posto tra gli uomini (44%). Per la maggior parte delle donne investitrici, anche la costruzione di una sicurezza finanziaria per la famiglia e i figli (40%) e l'accumulo di risparmio per la pensione (30%) sono tra le ragioni principali alla base delle loro attività di investimento.
• Anche se “diversificazione” è un termine spesso citato nel gergo finanziario, è solo il settimo tra i fattori ritenuti importanti dalle donne quando investono. Inoltre, si riscontra con una certa sorpresa che, nonostante l'attenzione globale verso l'emergenza climatica sia cresciuta significativamente lo scorso anno, la sostenibilità non gioca un ruolo molto importante nella scelta d'investimento per le donne italiane. Solo il 22% lo cita tra i primi 3 aspetti della loro strategia di investimento. Quale sono le altre motivazioni prevalenti? Ridurre al minimo i rischi (38%), il rapporto qualità-prezzo (34%) e i rendimenti a lungo termine (28%).
• Come la professione influenza le scelte di investimento delle donne in Italia
• La professione delle intervistate influenza anche la considerazione delle tendenze di mercato quando si decide di investire. Per le donne impiegate nell'industria dell'intrattenimento, ad esempio, i trend di mercato sono il fattore più importante da considerare, assieme al rapporto qualità-prezzo (entrambi 35%). Un fattore che invece slitta al terzo posto (17%) per le donne che lavorano in ambito tecnologico, dietro alla minimizzazione dei rischi (40%) e alla comprensione del prodotto (29%). Stesso posto anche per le intervistate che lavorano nella pubblica amministrazione (29%), che prendono in considerazione i trend di mercato solo dopo la minimizzazione dei rischi (46%) e il rapporto qualità-prezzo (34%). Per maggiori informazioni sui risultati della ricerca relativi all'Europa e all'Italia, visitate il sito dedicato.
*N26
N26 sta costruendo la prima Mobile Bank globale che il mondo ama usare. Valentin Stalf e Maximilian Tayenthal hanno fondato N26 nel 2013 e hanno lanciato il primo prodotto della società all'inizio del 2015. Attualmente, N26 ha 7 milioni di clienti in 24 mercati. N26 ha un team di 1.500 persone di 80 nazionalità basate in tutto il mondo. La banca ha 10 uffici dislocati a Amsterdam, Berlino, Barcellona, Belgrado, Madrid, Milano, Parigi, Vienna, New York e San Paolo. Con una licenza bancaria europea completa, una tecnologia all'avanguardia e nessuna rete di filiali, N26 ha ridisegnato il settore dei servizi bancari per il 21° secolo ed è disponibile per Android, iOS e desktop. Con una valutazione che supera i US$9 miliardi, N26 ha raccolto quasi US$1.8 miliardi dai più importanti investitori del mondo, tra cui Third Point Ventures, Coatue Management LLC, Dragoneer Investment Group, Insight Venture Partners, GIC, Tencent, Allianz X, Valar Ventures di Peter Thiel, Horizons Ventures di Li Ka-Shing, Earlybird Ventures, Battery Ventures, oltre ai membri del management board di Zalando e Redalpine Ventures. Attualmente, N26 opera in Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera.