È importante far valere le proprie opinioni anche quando queste si discostano dalla maggioranza e si rende necessario andare contro corrente. Quando il noi-come-individuo percepisce un forte contrasto con l’altro-come-gruppo nasce la crisi; se avvertiamo che la nostra individualità viene schiacciata perdiamo l’eutimia, quel giusto equilibrio tra anima e corpo (anima intesa come principio vitale).
La sofferenza che ne deriva spesso non viene manifestata apertamente e talvolta viene vissuta in modo inconsapevole. Le convenzioni sociali e culturali possono essere la causa della repressione quando alcune idee universalmente condivise non è bene che vengano messe in discussione né tanto meno bandite. Il risultato è un malessere esistenziale che può tramutarsi in sintomi psicosomatici noti fin dai tempi di Ippocrate di Cos, il primo medico della storia occidentale.
La “cura” più idonea per questa difficoltà dell’esistere è la parola, o meglio il suo uso appropriato e puntuale. Per imparare ad esprimere le nostre opinioni è indispensabile la ri-considerazione del Sé, se ci sentiamo inferiori o riteniamo che i nostri pensieri non siano all’altezza di quelli altrui ci chiudiamo nella gabbia dell’inferiorità impedendo al nostro essere di espandersi.
Come al solito non dobbiamo prefiggerci subito grandi traguardi, ma partire dalle esperienze più semplici e a piccoli, ma quotidiani, passi risalire la corrente per giungere al punto più alto di noi stessi, quello che ci fa esistere come individui.
Ad esempio se non amiamo certi modi di dire in voga in alcuni spettacoli televisivi non ripetiamoli tanto per sentirci a la page, ciò ci appaga solo apparentemente, in realtà questa situazione non fa che affossare la nostra soggettività.
Se proprio ne sentiamo la necessità, cerchi di usare modi di dire inventati da noi o da nostri famigliari: è molto più creativo!
di Maria Giovanna Farina