Facebook rischia l’astreinte laddove non adempie o consente il nuovo caricamento dei filmati per cui la ragazza si è uccisa: il provider non deve controllare i contenuti ma è tenuto ad attivarsi su diffida – Ordinanza, 9 Novembre 2016
Facebook a rischio astreinte. Dovevano essere rimossi dalla piattaforma i video hard di Tiziana, la ragazza suicidatasi dopo che i filmati sono stati postati sul sociale network.
È vero: il provider non deve controllare in via preventiva i contenuti immessi in rete, ma è comunque tenuto a intervenire se sa che un illecito è stato commesso da terzi, per esempio postando contenuti offensivi verso una persona, dopo essere stato diffidato dal titolare del diritto che si assume leso.
E dunque il colosso di internet rischia di pagare alla parte lesa una somma ex articolo 614 bis Cpc per ogni inosservanza del provvedimento del giudice e per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione dell’ordine: la società, dunque, deve impedire che siano caricate di nuovo le immagini che sono costate la vita alla giovane donna. È quanto emerge dall’ordinanza pubblicata dalla seconda sezione civile del tribunale di Napoli Nord.