Fecondazione eterologa all’insaputa del marito? Disconoscimento della paternità entro un anno
Respinto il ricorso di torinese che aveva presentato l’istanza dopo 24 mesi
Il padre non può disconoscere il figlio oltre il termine di un anno anche se la moglie ha fatto la fecondazione eterologa a sua insaputa.
Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 11644 dell’11 luglio 2012, ha respinto il ricorso di un marito al quale la moglie, medico, aveva nascosto la fecondazione eterologa.
La prima sezione civile ha motivato che anche grazie ai mutamenti del sentire sociale, si è andata via via affermando una sorte di primazia del “favor veritatis” sulla necessità di dare una legittimazione certa ai figli. In Italia, ricordano gli Ermellini, la legge 40 del 2004 vieta l’eterologa, prevedendo però nei casi in cui vi si ricorra ugualmente il divieto di esercitare l’azione di disconoscimento quando anche per “atti concludenti” sia dimostrabile l’assenso del padre. In tutte le altre ipotesi dunque l’azione è ammissibile, andando così ad arricchire il quadro normativo che prevedeva in costanza di matrimonio ipotesi tassative in cui si poteva esercitare il disconoscimento (articolo 235 del cc): assenza di coabitazione, impotenza e adulterio.