I testi confermano: arredi comprati dall’uomo. Il rapporto more uxorio dà luogo a detenzione qualificata sull’abitazione: niente comunione senza titolo. Sta al giudice della famiglia chiudere la lite – Sentenza 23 Febbraio 2017
A chi vanno i mobili quando la coppia scoppia?
Finita la convivenza lui si porta via tutti gli arredi non strettamente connessi alle necessità dei figli che restano a vivere con la ex cui il giudice della famiglia ha assegnato la casa familiare.
L’obbligo di restituzione perché la convivenza more uxorio dà luogo sull’abitazione a una mera detenzione qualificata e i testimoni sentiti dal giudice confermano che a comprare i pezzi di arredamento fu l’uomo insieme con i suoi parenti. In caso di ulteriori contrasti sarà il giudice della famiglia che ha attribuito alla signora l’alloggio a stabilire quali mobili servono ai ragazzi e dunque non possono tornare al padre.
È quanto emerge dalla sentenza 4685/17, pubblicata il 23 febbraio dalla seconda sezione civile della Cassazione.