Finite le vacanze per la politica

da | Ago 27, 2023 | Editoriali

La ripresa della stagione politica, già con l’intervento del Presidente Mattarella al Convegno Di Rimini del 25 agosto, rimette sostanzialmente in moto anche il Pase. Le Istituzioni, i luoghi di lavoro, presto le scuole ecc.
In realtà  le questioni sul tappeto sono rimase tutte, in qualche caso sono peggiorate.
Non sono mancati gli allarmi economici, le insofferenze dell’Europa, la politica estera con in primo piano la guerra ucraina che non vede sbocchi, il colpo di stato in Niger, la Spagna alla ricerca di un nuovo governo, la questione Trump, l’aumento dell’emigrazione  e l’elenco si farebbe lungo.
In tutto il mondo, questo si è annunciato come il peggiore anno climatico di sempre, con temperature oltre la soglia delle previsioni e conseguenze spaventose. Un quadro che allarma per il futuro e  richiama ad interventi immediati.

In questa complessità universale, l’estate italiana ha segnato un parziale stop delle attività lavorative ma non dei cattivi comportamenti.
Dunque siamo stati cattivi vacanzieri? Stanziali arrabbiati? Di cosa dovremmo vergognarci o pentirci?
Cosa vogliamo insinuare?

Che rispetto agli enormi cambiamenti a cui richiamano presente e  futuro,  non si riesce ad avviare contemporaneamente il salto culturale, generazionale, imprescindibili per adempiere questo passaggio.

Sarebbe necessario, come ha detto Mattarella “espellere, l’odio, come misura dei rapporti umani. Quell’odio che, la civiltà umana, ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando, così, le basi delle regole della nostra convivenza”, inserendo nel suo discorso una questione, considerata troppo spesso come un fatto meramente privato, il tema dell’amicizia e della solidarietà come strumenti virtuosi della società.

Eppure, nella stessa società a cui si è rivolto il Presidente Mattarella, c’è un dato che  impedisce che tutto ciò si realizzi ed è la crescita esponenziale della violenza che si accentua in particolare nei confronti delle donne. Pur essendo consapevoli che non  si può fare ruotare tutto attorno a questa come unica questione, non si può neanche ipotizzare che una società in cui questi atti vengono compiuti, spesso restando impuniti nella loro gravità, si possa realizzare la società auspicata dal Presidente.

E proprio ciò che più ha segnato questa stagione estiva, sono stati i fatti di violenza contro le donne.
I numeri  parlano: dal gennaio all’agosto 2023 sono state ammazzate 27 donne con una media  per difetto di tre morte al mese. A crescere non sono stati solo i femminicidi ma anche gli stupri. Come è avvenuto in questo ultimo mese a Palermo e a Caivano, quelli di cui si è avuto notizia grazie alle denunce delle vittime. Giovani donne a subire, giovani ragazzi ad esercitare.  Ma se questo fenomeno abominevole rivela la violenza sessuale di genere, quello che emerge come ulteriore aggravamento è la violenza compiuta da un  gruppo, un branco, contro una e l’incitamento all’emulazione esercitato attraverso i social.

Nel prossimo Consiglio dei Ministri si dovrà (dovrebbe) parlare anche di prevenzione e migliorie di legge in questa direzione. C’è da augurarsi che nel prossimo dibattito politico questo dramma di convivenza venga affrontato in modo realistico e forse diverso da come lo si è trattato fino ad ora. Alle donne che lottano contro la pratica dell’infibulazione non può appassionare quello sulla castrazione, sia pure chimica.

Però, a pensarci su, visto che gli uomini si avvicinano alle loro vittime quasi sempre armati di coltelli, pistole, corde o quant’altro, non rispettano le distanze imposte per legge, potremmo chiedere alla politica di dotare donne che hanno sporto denuncia di un sistema di difesa idonea a fermare l’assalitore. Un sistema di SOS d’attivare, una scarica che lo disorienti, una sirena che si attivi…mica una cosa che uccida, ci mancherebbe, ma che consentisse di allontanare al bisogno l’aggressore salvo chiedere aiuto a chi di dovere.