GRAFIC NOVEL CARTE DA GIOCO LIBRO STRUMENTI PEDAGOCIGI di Donne in Gioco progetto madre
dii Giorgia D’Allorisi Longhi
La manifestazione Ieri. Oggi I Volti della Violenza. La Madri della Repubblica raccontano, tenuta alla Sala della Regina, Camera dei Deputati, il 10 marzo scorso, su proposta dell’A.D.E.C.O.C. (Associazione Diritti e Culture Organizzare Comunicando), con la sua Presidente avv.ta Elena Luviso, in collaborazione con Livia Turco per la Fondazione Iotti e Fiorenza Taricone, Storica del pensiero politico, Università di Cassino e Lazio Meridionale, ha realizzato praticamente ciò che molte/i si augurano teoricamente, lo scambio reale fra generazioni diverse.
In tanti infatti siamo d’accordo sul bisogno che hanno i giovani di conoscere più a fondo la storia del Paese Italia, e in particolare la storia dei due generi, ma trovare l’approccio giusto si rivela spesso arduo. La regia e e le ideazioni di Elena Luviso per accorgiare le distanze generazio nali ancora una volta fanno centro. L’affollata manifestazione del 10 marzo si può dire abbia trovato la chiave giusta per vari motivi. Innanzitutto, ha coniugato la grande storia, quella delle 21 Madri della Repubblica, con un tema attualissimo, la violenza contro le donne, ma anche, più generalmente, la violenza diventata fra i giovani e giovanissimi, mezzo di comunicazione interpersonale. Poi, i giovani stessi, presenti in Sala con i rispettivi insegnanti, non hanno avuto un ruolo di semplici comparse, perché potevani identificarsi con i ritrattisti che hanno collaborato al progetto primario da cui è nato tutto il resto, Donne in Gioco 1.0; giovani artisti hanno dipinto infatti i volti delle 46 donne che fanno parte del progetto educativo-formativo e che potevano essere i figli e nipoti delle tante donne che affollavano la sala: Louis Antonio Palumbo, il più prolifico, Eleonora Iorio, Roberta Romeo, Luciana Chirici, coordinati dall’insegnante foggiana Maddalena D’Alonzo e dalla magistrale supervisione di Elena Luviso ideatrice e motore di questo straordinario progetto in continua evoluzione; la palma del più giovane va in particolare a Daniele Tucciarone di Cerveteri, che ha ritratto la fotografa militante Letizia Battaglia nella carta che la riguarda, premiata alla fine della manfestazione, in assoluto il più giovane: 14 anni. Un altro talento scoperto.
Ognoi dettaglio curato nel minimo particolare per rendere tutti e tutte partecipi. Eventi che vedono il carattere nazionale ma per l’ideatrice rappresentano dei punti di partenza. Infatti periodicamente si viaggia in tutta Italia per gli approfondimenti. Eventi caratterizzati dalla interdisplinità e dalla integenrazionalità.
In attesa di entrare a Palazzo Montecitorio quindi numerosi studenti di diversa provenienza, provenienti dalla scuola media di Santa Marinella, accompaganti dal professore Luciano Nasto, alcuni del Liceo Espanol Cervantes di Roma, si sono mescolati a donne diversissime fra loro, per età, formazione, interessi. Oltre al dialogo intergenerazionale, il collante dell’incontro è stato sicuramente la praticabilità della non discriminazione e della tolleranza; era presenta infatti una rappresentanza dell’Istituto Statale Sordi di Roma che ha parlati ai presenti della difficoltà in primis economica di far partecipare i non udenti alla vita culturale e associativa per gli alti costi della traduzione del linguaggio LIS.
Una seconda novità era la presenza di alcuni rappresentanti della Consulta dei Cittadini Migranti e Apolidi, come organo Collegiale permanente, del Consiglio Comunale di Cerveteri, rappresentato anche dal suo giovane e dinamico Sindaco, Alessio Pascucci.
La Consulta è una diretta emanazione della Convenzione del Consiglio d'Europa N. 144 (5 febbraio 1992), sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale. La Consulta dei Cittadini Migranti e Apolidi, si compone di 14 membri, e si propone di dare attuazione concreta ai principi di libertà (formale e sostanziale), uguaglianza, di pari dignità della popolazione e di integrazione dei Cittadini Migranti nel tessuto economico e sociale del territorio comunale di Cerveteri. La Presidente attuale della Consulta, Nawal El Mandili, ha l'incarico di Consigliera Comunale aggiunta, una figura nata appositamente per perseguire il raggiungimento dell'effettiva parità dei diritti civili dei Cittadini Extracomunitari residenti nel territorio comunale.
In definitiva, quindi, almeno quattro generazioni erano presenti, considerato che una delle testimonial e relatrici della giornata, la senatrice Elena Marinucci, ha ricordato di essere ormai bisnonna. Magari non tutto ricorderanno della giornata, ma sicuramente qualcosa rimarrà nel bagaglio della loro formazione. Fortemente simbolico il luogo: la Sala della Regina attigua alla Sala delle Donne, voluta dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini. Qualcuno dei nomi che nel pomeriggio è stato citato aveva il suo corrispettivo nelle immagini fotografiche della Sala che ricorda non solo le Costituenti, ma donne che hanno ricoperto cariche istituzionali in questi anni di nascita e consolidamento della Repubblica democratica.
La manifestazione chiudeva a sua volta un ciclo simbolico: il primo incontro si era tenuto il 10 marzo del 2016, sempre alla Camera, per ricordare come quel giorno, settanta anni prima, le donne italiane avessero conosciuto l’ebberezza di votare ed essere votate; già da allora gli studenti numerosi in sala avevano appreso quello che sui libri di storia non c’è ancora: non solo il riconoscimento del diritto di voto alle donne dopo una lotta iniziata con l’Unità d’Italia, ma la precisazione non trascurabile che avendo omesso di precisare l’elettorato passivo, la vera data era da considerarsi il 10 marzo, per poter eleggere ed essere elette. Un anno fa, era stato infatti, in occasione di quella data che ha segnato uno spartiacque, era stato presentato il Progetto Donne in Gioco, ideato da Elena Luviso, basato su un metodo applicativo sperimentale, tradotto in un gioco di carte realizzate dalla nota Casa Modiano. La scatola del Gioco è costituita da 2 mazzi di carte, 2 dadi, un alfabeto, un post-it e la legenda dei pittogrammi. Tirando a sorte, si estrae una carta dal primo mazzo, formato da ritratti pittorici, con relativi pittogrammi; attraverso gl’indizi forniti dai pittogrammi, si arriva a identificare la personaggia nel secondo mazzo di carte, con un profilo biografico della prescelta. Ogni carta d’identità contiene alla fine una definizione del potere femminile, attraverso i tratti della personalità, enucleati da un team di psichiatre e psicologhe. E’ evidente che il Gioco mira a consolidare un’alfabetizzazione di genere soprattutto per le generazioni più giovani che poco o nulla sanno delle tante donne che hanno costruito insieme agli uomini la Repubblica democratica e prima ancora disegnato la Costituzione.
Un anno dopo, ancora alle giovani generazioni era rivolta la nuova metodologia del racconto di una storia femminile della Repubblica, la meno conosciuta, attraverso una futura app e un anticipo di graphic novel. E’ stato mostrato infatti il manifesto giornale della Domenica del Corriere delle 21 Costituenti, rielaborato modernamente da Elena Luviso. La storica pagina del Corriere in bianco e nero è stata attualizzata: a colori, con in volti delle 21 donne non pià fotografate, ma ritratte dall’artista Maria Cirillo e le note biografiche riviste e attualizzate dalla storica di lungo corso, studiosa dell’associazionismo femminile, Fiorenza Taricone. Al termine di ogni carta da gioco, era stato individuato dalle autrici delle carte stesse il potere che si riteneva queste donne avessero avuto, mentre per le 21 Costituenti ritratte nel nuovo giornale, lo sforzo è stato anche quello di precisare il tratto distintivo della violenza che le ha riguardate.
Nell’affollato incontro alla Sala della Regina, ad alcune delle Costituenti hanno dato voce le autorevoli intervenute, leggendo passi scelti, ed è stato ricordato il comune denominatore della violenza, che ancora oggi lega il genere femminile come destino non voluto o casuale. Il reading iniziale sulle Cinque Costituenti che avevano fatto parte della Commissione dei 75, quella cioè che preparava la bozza del testo costituzionale da discutere poi in modo allargato, è stato affidato ad alcuni studenti e ha proseguito il confronto generazionale. Molte delle Costituenti hanno conosciuto la violenza, che non è stata solo quella della guerra, della Resistenza, dei campi di concentramento, ma anche quella psicologica, come il confino o la privazione delgi affetti, ma anche quella verbale, ben dopo la guerra. Una per tutte, la comunista Maria Maddalena Rossi, che lavorò molto a favore delle donne ciociare, vittime inconsapevoli delle truppe di colore a seguiti del comando militare francese, di stupri isolati e di gruppo, conosciuti con il niome di marocchinate. Intervenendo come Deputata sul riconoscimento di una pensione, le fu chiesto di parlare dopo le 21 per evitare di ledere la moralità dei presenti, trattandosi di un argomento scabroso. Ad aprire è stata la Poeta Edda Billi, femminista storica con una sua lirica con un titolo che poteva appartenere solo a lei: Dis-umana.
Politiche e studiose hanno poi approfondito alcune figure: Elena Marinucci ha letto passi di Angelina Merlin sulla sua proposta di abolizione dlela regolamentazione della prostituzione. Per Livia Turco, impegnata altrove, hanno letto passi su Nilde Iotti, e la violenza sia politica sia privata che non le è stata risparmiata. Graziella Falconi ha parlato di Teresa Noce e delle sue lotte. Maria Pia Garavaglia, di Angela Gotelli e della sua azione a tutela delle famiglie, Fiorenza Taricone, che ha moderato l’intero incontro, e ha condiviso con qualcuna delle presenti esperienze politicamente significative per la storia delle politiche di pari opportunità in Italia, aveva il compito di dare rilevanza a Maria Federici, e alla sua assistenza alle famiglie migranti già nel secondo dopoguerra, ma allora italiane.
Sui profili giuridici della violenza psicologica e sessuale, hanno parlato invece Elena Luviso, giurista informatica ha presentato l’iterv evolutivo involutivo presentando i cyber crimes off&on line. Dal sessofonia al cyberstalking al cyverbullismo e alle variegate fattipecie di reati a fianco di Marta Ciavarella, sua assistente e promessa talentuosa; poi ha seguito la Magistrata cassazionista Simonetta Sotgiu, raccontando esperienze personali che andavano a confermare il titolo del suo intervento, cioè la scarsa sensibilità della cultura giuridica nei confronti della violenza di genere, seguita da Antonella De benedictis sullo stupro di gruppo e da Silvia Oddi, che ha avuto modo di ricordare anche la figura di Alma Cappiello, Responsabile del Dipartimento politiche femminili del Partito Socialista negli anni Novanta, e che aveva collaborato con Elena Marinucci per la nascita degli organismi di parità. La regista Loredana Rotondo, autrice con altre colleghe del memorabile documentario Processo per stupro tenuto a Latina, che tantissimo scalpore suscitò andando in nda su Rai Due, ha commentato alcune immagini. Il noto penalista Pietro Nocita ha parlato della violenza sessuale come delitto contro la persona, principio che fu affermato solo con la legge del 1996 sulla violenza sessuale. Alfonsina De Sario, della Questura di Foggia, ha fornito dati concreti sulla violenza, arricchendo il suo intervebto anche ocn un particolare autobiografico. Infine, la violenza legata ad ogni tipo di discriminazione, quella contenuta nelle parole, narrate da Enrica Bonaccorti, quella subita dalla scienziata Eva Mameli Calvino, madre dello scrittore, che per antifascismo non fu messa al riparo dall’essere una scienziata; quella illustrata dalla sociologa Alessandra Sannella, con le sue molteplici facce. Infine Angelina Bibba, arrivata dalla Puglia, come Coordinamento Regionale Pari Opportunità CGIL, ha reso omaggio a Angela Guidi, che nella Consulta Nazionale del 1945, prima delle Costituenti, aveva per prima rappresentato politicamente le donne italiane.
Il piatto forte sono stati i due studenti dell’ISIS Europa di Pomigliano d’Arco che con il loro insegnante Roberto Castaldo, hanno poi illustrato Donne in Gioco 2.0, dedicato a Donne e Legalità, un progetto che nasce insieme all’ADECOC e alla Presidente Elena Luviso. Da Donne in Gioco 1.0 è nato infatti un nuovo focus che racconterà 70 anni di legalità non solo con le carte da gioco, ma con un’app, fruibile da tutti gli studenti e suscettibile di ampliamenti. Un progetto Miur che vede affincare patterns quali CPO Ordine degli Avvocati di Foggia, Pres. Ida Di Masso, Fondazione Buon SamaritanoPres Ing Pippo Cavaliere, Cesv dalla pres. Paola Capoleva, Fildis Pres Gabriella Anselmi e tanti altri che sostengono con la logica del doppio binario di pari passo informatica e via tradizionale si avrà la pubblicazione del libro di Donne in Gioco 2.0 Donne in Gioco e Legalità.
A precedere la premiazione finale, la violinista Giuliana Gabrielli di Ferentino, che ha introdotto nel migliore dei modi la premiazione di Letizia Battaglia; l’artista ha dedicato tutta la sua vita a fotografare per renderle indimenticabili, scene di violenza che hanno pesato sulla coscienza di tutti gl’italiani, a cominciare dai crimini mafiosi. Il Premio, La Rosa dei Venti, di pregiato marmo pugliese, ha voluto significare la profonda stima e l’affetto che una donna come lei, ottantenne, ha saputo guadagnare, scegliendo l’arte della fotografia come militanza politica. Premio già conferito a molteplici personagge in occasione dle 70° del Diritto al Voto delle Donne e personaggi ,anche al Pres del Senato Pietro Grassi Nella giornata successiva, alla Casa Internazionale delle Donne, un affollatissimo Seminario, proposto da Elena Luviso ha proseguito il dialogo con l’artista, Sala con generazioni a confronto che sarà anche prossimamente nelle vesti di Docente di un work di Fotografia presso la Casa Internazionale delle Donne progettato da Elena Luviso.