di Elisabetta Righi Iwanejko
Spesso le grandi aspettative sfociano in una profonda illusione. Questa in sintesi la parabola politica di Shinzo Abe. Resta solamente il primato di premier più longevo del Sol Levante. Nove anni se si considerano i primi dodici mesi di governo dal settembre 2006 al settembre 2007 e poi ininterrottamente dal dicembre 2012. Entrambe le esperienze chiuse con un annuncio di dimissioni per motivi di salute, nel 2007 un'ulcera, oggi lo stress. Figlio di una famiglia da sempre impegnata in politica: suo padre candidato premier nel 1991 travolto dagli scandali di corruzione che colpirono il partito liberaldemocratico, uno zio e un nonno premier. Abe ha cercato di risollevare il Giappone dopo il disastro di Fukushima con l'inattesa assegnazione delle Olimpiadi 2020 a Buenos Aires nel settembre 2013. Tokyo a sorpresa prevalse su Istanbul che presentava un dossier tecnico migliore e un piano di investimenti colossale sulla spinta del nuovo corso neo-ottomano di Erdogan.
Ma l'anno con lo zero ha rinnovato la sua dose di sfortuna. Come l'edizione del 1940 cancellata per lo scoppio della seconda guerra mondiale, ora quella del 2020 rinviata dall'emergenza coronavirus con molti dubbi sullo svolgimento previsto per l'estate 2021. Così il momento simbolo di un'era da consegnare alla storia è sfumato assieme alle tante, troppe ambizioni di Abe. La recessione economica è stata arginata esclusivamente al fatto che il paese nipponico può stampare moneta. Un debito pubblico in costante crescita che genera contrazione sugli altri dati macroeconomici.
Questa la differenza ad esempio con l'Italia, che non avendo più la divisa nazionale, è ancorata all'euro e ai parametri di bilancio di Bruxelles. Fallimento totale in politica estera con Washington che ha aperto alla Corea del Nord senza che Trump informasse prima Abe. A parte la stretta relazione con l'Australia e una timida apertura verso l'Europa, il Giappone risulta schiacciato tra Usa e Cina. La revisione della costituzione pacifista imposta dagli alleati dopo la sconfitta del 1945 un altro sogno rimasto nel cassetto. Probabilmente dopo Abe si ritornerà alla media italiana di un governo all'anno, considerando che non lascia successori designati.