GiULia è contro i bavagli. Per questo è in prima fila nella battaglia per la libertà dell’informazione e del web. E’ scritto nel nostro Manifesto. Nel nostro DNA.
Appena nata, Giulia era in piazza, a fianco delle associazioni e dei sindacati aderenti al Comitato per la libertà di informazione (dalla Fnsi, ad Articolo 21 , alla Cgil), per contrastare la legge bavaglio che pervicacemente il governo Berlusconi voleva imporre. Bisognava impedire l’informazione che svelava la corruzione, il bunga bunga, l’uso della donna come corpo e tangente.
E oggi? Il campo è ancora fortemente inquinato: si è impedito il peggio, grazie a una straordinaria mobilitazione di cittadine e cittadini, ma il problema è ancora tutto sul terreno, e non può essere rimosso o sottovalutato col venir meno del berlusconismo. Per altro, ancora forte e pronto a riaffermare il suo dominio e minacciare l’indipendenza dei poteri di controllo e la libertà di informazione.
Il panorama in cui, noi giornaliste, operiamo, è desolante. I media sono controllati, direttamente o indirettamente, da pochi attori che hanno posizioni dominanti; assistiamo quotidianamente a un’interferenza spropositata da parte del potere politico sulle proprietà e il controllo degli operatori della comunicazione. Per non parlare della pressione esercitata dai governi sul servizio pubblico radiotelevisivo e sulle autorità amministrative che dovrebbero vigilare sul rispetto del pluralismo.
Italia, Europa. Il caso limite e preoccupante dell’Ungheria, ci fa capire che è in Europa che dobbiamo cercare la soluzione anche ai problemi italiani. Per questo GiULiA aderisce con convinzione all’Iniziativa Cittadina Europea per il pluralismo dei media e si impegna perché sia raggiunto l’ambizioso obiettivo di raccogliere un milione di firme, entro novembre, in sette Paesi Europei per chiedere alla Commissione una Direttiva sul pluralismo dei media. Una Direttiva che garantisca l’indipendenza degli organi di controllo dei media, precondizione – questa – non solo della libertà d’informazione ma anche del corretto funzionamento del mercato.
Una Direttiva che sancisca l’incompatibilità tra attività politica e proprietà o controllo dei mezzi di comunicazione (il famigerato "conflitto di interessi"). Che impedisca la creazione e il mantenimento di posizioni dominanti nel mercato dei media e nei mercati collegati. Che conferisca ad autorità indipendenti i poteri necessari all’applicazione delle regole e garantire la loro indipendenza rispetto all’influenza economica e politica. Mobilitiamoci perché l’iniziativa delle Cittadine e dei Cittadini europei abbia successo. Perchè l’informazione, è come l’aria, è come l’acqua. E’ un bene comune: da proteggere e da difendere.
Inseriremo presto nella nostra pagina il link per l’adesione: chi già vuole firmare può farlo qui: http://www.mediainitiative.eu/it