Incontro un gruppo di ospiti della casa di riposo che ha deciso di avvalersi della mia collaborazione, ho un obiettivo in mente, ma nessuna linea ferrea da seguire: oggi amo affidarmi al caso, allo stimolo del momento, lasciare che gli eventi si interpongano tra me e gli altri ed osservare per comprendere meglio come procedere.
Devo studiare come mi accolgono, come entrano in punta di piedi nel discorso e in relazione con una persona che promette di dare attraverso la filosofia un senso alle loro storie. Ogni vita è un patrimonio di memoria, questo è il messaggio che sto cercando di trasmettere al mio singolare pubblico che è lì perché non sa dove altro essere e con un velo di malinconica rassegnazione cerca di arrivare a sera.
Sono curati con attenzione, convivono in un luogo accogliente e lussuoso, ma per molti di loro la vita si è fermata fuori dalla porta di questa reggia, là dove continuano a vivere i ricordi delle loro esperienze di una vita che qui non c'è più. Non deve essere così, non può essere così: la vita continua, si è soliti affermare, ma per far sì che questa non sia solo una frase fatta bisogna che la vita continui a produrre, che non smetta di coltivare un progetto.
I dialoghi si sono moltiplicati, tra tanti vi riporto una testimonianza, quella di Barbara che mi dice qualcosa di molto interessante circa la lettura: “Mi sono divertita a leggere tanti e svariati generi di libri e in quelle storie mi lanciavo in maniera totale. Mi staccavo completamente dalla realtà per vivere in un’altra vita”. Questo è uno dei valori terapeutici del libro, ti permette di vivere al di là del tuo tempo, del tuo corpo e della tua esperienza per regalarti cultura e fantasia, per farti assaggiare tante realtà che con la tua limitata e unica esistenza non potresti mai sperimentare. In questo caso ti allontana dalla solitudine di una vita senza nuove prospettive.
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata