Siamo soffocate/i da una ventata di “sotto-cultura” che ci sommerge di stereotipi che offrono immagini di donne tipo “veline”, poche donne competenti e molte donne vittime, che nulla hanno a che fare con la vita reale dell’universo donna. Un’immagine distorta e offensiva del genere femminile.
Da qui la necessità d’intervenire sulla modificazione culturale e sociale di questo comportamento che finisce per annullare tutte le conquiste che le donne hanno ottenuto con le loro battaglie ed il loro sacrificio personale nell’ultimo ventennio.
Un’OSSERVATORIO di controllo e di proposte; potrebbe essere, se non una soluzione, un’inizio che, Emma Bonino, presidente dell’Associazione Pari e Dispare, ha proposto e illustrato oggi in una conferenza stampa a tutte le numerose e rappresentative partecipanti.
La televisione rappresenta a tutt’oggi, come è emerso anche da recenti inchieste, lo strumento di diffusione culturale a più alto impatto, specie verso le nuove generazioni e in questa direzione e proprio in occasione del rinnovo del contratto di servizio della Rai, Pari o Dispare ha proposto un emendamento che dovrebbe essere discusso entro brevissimo tempo in seno alla Commissione di Vigilanza rai.
Il contenuto di quest’emendamento tende a riequilibrare la rappresentazione delle donne nei programmi rai e soprattutto qualcosa di molto concreto e non impossibile: la creazione di un OSSERVATORIO indipendente che analizzi, da un punto di vista qualitativo e quantitativo, la presenza di genere nei palinsesti della tv pubblica, e di uno spazio aperto ai contributi critici e propositivi del pubblico.
Fra i vari interventi hanno preso la parola anche alcune giornaliste rai che hanno portato la loro esperienza all’interno dell’azienda.
“Io ho sempre coltivato il cervello…poi nella pratica mi sono sempre vista scalzare da chi, il cervello, lo considera una cosa in più…da maschi stagisti a cui io stessa ho fatto lezioni di giornalismo…da donne più giovani e “più belle”…” ha ironizzato, nel suo interessante intervento la giornalista rai Mimosa Martini.
Tutte si sono trovate d’accordo infine nella necessità di unire le forze per portare avanti quest’obiettivo e di continuare questa battaglia di riappropriazione di un’immagine più vicina alla realtà delle donne del mondo che non alla fantasia “turbata e turbante”d’interessi speculativi che determinano e propongono queste immagini.