Hillary Clinton, segretario di Stato americano

da | Mag 9, 2011 | Interviste/Video

Hillary Clinton, segretario di Stato americano,  intervistata da Julia Roberts, in veste di nuova ambasciatrice di Global Alliance for Clean Cook Stoves 

Hillary Clinton:
Vorrei dirlo subito: io oggi lavoro duro ma non avrei mai potuto fare questa lavoro quando Chelsea era piccola perché non avrei mai potuto mancare alle mie responsabilità per causa sua. 
 

Cominciamo col rapporto con sua madre: classe 1919 …

 E oggi ha 91 anni, vive con noi a Washington ed e una delle persone che continuano a ispirarmi di più. Cominciò a lavorare a 13 anni a servizio a casa d’ altri e quando diventò madre fu la più bella benedizione che potesse immaginare: avere una casa propria e crescere i propri bambini. Che grande. Era una mamma con cui potevi giocare a baseball o cucire. E comunque ti imprimeva il senso del servizio e della responsabilità: andare a messa, sentirsi parte di una comunità. Ma sempre insistendo sul concetto di responsabilità e autosufficienza. Che ha continuato a guidarmi.  

Una volta, quando era a scuola, a Wellesley, lei chiamò casa: "Forse non sono abbastanza preparata per poter stare qui". Suo padre rispose: "Allora toma pure … ". Ma sua madre: "Non puoi essere così arrendevole!". Mi ha ricordato di quando, a 17 anni, anch’io chiamai mia madre da New York: "Penso che dovrei tornarmene … ". E lei: "Eh no: tu sei li e adesso rimani!" .  

Si, è verissimo. Bisogna perseverare.  

E invece che tipo di mamma e diventata con Chelsea? Ha detto che la sua nascita e stato l’evento più miracoloso… 

E  il secondo è stato il matrimonio … ! Beh, mia figlia è stata una dei miei migliori insegnanti: ogni domanda e ogni sfida venuta fuori crescendo mi ha spinto a fare sempre meglio. Anche perché io non ricordo di aver letto molto quei libri tipo come si diventa mamma ecc. Ricordo quando era appena un bebè, l’avevo riportata a casa dall’ ospedale e non la smetteva di piangere … Mi sentivo così sopraffatta. Ricardo di averle detto: guarda, tu non sei mai stata una bambina prima e io neppure ho mai fatto la mamma. Mi sa che dobbiamo lavorarci su un bel po’ , insieme …  

Lei ha scritto: "Vi capiterà di perdere vostro figlio almeno una volta nella vita magari per dieci minuti: e vi sembrerà un’eternità". Ma davvero s’e persa Chelsea?  

 Oh si. Può succedere, soprattutto nei grandi magazzini o nei parchi di divertimento. E ti prende quel panico … Perche sai di esserti voltata appena per un secondo e tutt’ a un tratto: dov’e? Senso di disperazione totale. E per fortuna non dura molto, se sei fortunato. Ma ho avuto anche amici i cui i figli si sono fatti male davvero. E davvero quando senti certe storie pensi come alla fine sia tutta una questione di fortuna. 

 

Quando succede scatta anche quel sentimento di  colpevolezza. A proposito: viviamo nell’età in cui tutto deve essere ok,  tutto fatto al meglio. Cosa risponde a quelle mamme che vivono questo senso di colpevolezza verso i figli? 

E’ uno di quei discorsi che capitano spesso perché un sacco di  giovani donne lavorano per me, e anche perché sento tante amiche di mia figlia. Spesso comincia così: posso continuare ad essere io? Posso continuare  a fare tutto? Ormai io sono convinta che quando arrivano i bambini non puoi più continuare a fare tutto quello che facevi prima.  Devi apportare qualche correzione. Che non e ne compromesso ne concessione: e che adesso c’e qualcosa di davvero nuovo e meraviglioso nella tua vita.  

L’altra cosa di cui parlava era l’ equilibrio.  

E qui ci vogliono un bel po’ di sforzi. Non è stato facile. E io e Bill non eravamo in nessun modo preparati a ritrovarci nell’ambiente in cui ci ritrovavamo quando fu eletto presidente. Ma anche prima, quando era governatore dell’ Arkansas, abbiamo sempre cercato di conservare un po’ di routine, disciplina … Una volta -Chelsea aveva3 anni -avevamo questo bellissimo salone e una signora si mise al piano e cominciò a suonare anche se non sapeva farlo. Chiesi: ma che  combini? E lei: Chelsea voleva che suonassi … Ed io:ricordatelo bene tu sei l’ adulto e lei la bambina. Ed è lei che deve seguire te.  

 E’ stato difficile prendere la decisione di farla viaggiare con lei quando era la First Lady 

Era lì perché era nostra figlia. Ed era giusto voler condividere con lei quest’ esperienza:il problema era non esporla. E’ così poi e successo ai Bush e oggi agli Obama – credo che abbiamo, creato una sorta di modello, con quella specie di zona protettiva. E credo che oggi anche per questa ci sia maggiore attenzione dei media verso i figli dei presidenti.  

E vero che scambiò le sue esperienze di mamma alla Casa Bianca con Jackie Kennedy?  

Quando Bill fu eletto, stiamo parlando del ’92, avemmo un paio di incontri. Era incredibile. Così alla mano. Voglio dire,così bella e piena di stile e divertente. Parlammo di come crescere i figli in quel contesto. E mi raccontò naturalmente di come aveva continuato a farlo anche dopo che il presidente era stato assassinato: e lei cercava di conservare per loro una via normale. Una volta John stava correndo in bici al Central Park e i servizi segreti, preoccupatissimi, lo circondarono. E lei: no, lasciategli fare le sue esperienze … Ma . una volta un altro ragazzino lo butto giù dalla bicicletta e tutti questi omoni con la pistola cominciarono a correre intorno. E lei, ancora: ma e un bambino, lasciate che si comporti da bambino.


Rimpianti? 
 

Quella volta che mi chiamò – doveva essere il ’93 0 il ’94, prima che si ammalasse- e mi chiese se io e Chelsea volevamo volare a New York a vedere un balletto, sapeva che a Chelsea piaceva la danza. Ma io non volevo che saltasse la scuola, mai voluto che passasse come chi se ne approfittava. .. Così dissi: non ce la facciamo, facciamo magari in un weekend. E non accadde mai più.