Relazione di ISA MAGGI, Stati Generali delle Donne,in diretta dalla Riunione del Consiglio d'Europa, 11 maggio 2021
La campagna del Consiglio d’Europa “Sexism: See it. Nominalo. Stop it! ”
Mentre, nell’ultimo mezzo secolo, sono stati compiuti progressi nella lotta per l’uguaglianza di genere e il diritto di ogni donna e ragazza verso una vita libera dalla violenza, stiamo assistendo a tentativi di mettere in discussione tali progressi.
La Convenzione di Istanbul, che celebra oggi i 10 anni dalla sua adozione, è stata un obiettivo primario di tali attacchi, nonostante il suo impatto positivo.
Nelle parole di Phumzile Mlambo-Ngcuk, Sottosegretario Generale e Direttore Esecutivo di UN Women, “è necessario riprendere i risultati finora raggiunti, che ora sono in pericolo. Piuttosto che passaggi incrementali, è necessario eseguire passaggi grandi e audaci”.
Con la conferenza di oggi 11 maggio, il Consiglio d’Europa, sotto l’egida della Presidenza tedesca del Comitato dei Ministri, mira a richiamare l’attenzione sui progressi compiuti e sulle sfide future, e di fare un passo coraggioso verso la sicurezza e il superamento dei traguardi raggiunti finora.
Il riconoscimento internazionale che la Convenzione di Istanbul ha ottenuto e l’impatto concreto che ha avuto sulla legislazione e le pratiche nazionali, nonché – ciò che è più importante – sulle vittime, sono tutte buoni motivi per una celebrazione.
Attingendo agli standard e alla giurisprudenza internazionali ed europei, nonché alle migliori pratiche e le lezioni apprese a livello nazionale, la Convenzione di Istanbul è ampiamente riconosciuta come lo strumento legale più ampio per prevenire e combattere la violenza contro le donne.
Le valutazioni effettuate finora dal GREVIO ( quale organismo indipendente sul monitoraggio istituito dalla Convenzione di Istanbul) mostrano chiaramente che la
Convenzione ha ispirato e apportato modifiche alla legislazione e alle pratiche negli Stati parti, con risultati tangibili sulle vittime della violenza contro le donne, diversi da Paese a Paese.
Obiettivi della giornata :
 Celebrare il decimo anniversario dell’apertura alla firma della Convenzione di Istanbul;
 Fare il punto sui risultati della Convenzione di Istanbul e sulle sfide affrontate;
 Incoraggiare gli Stati membri del Consiglio d’Europa che non l’hanno già fatto, così come gli Stati non membri, a firmare e ratificare.
La Conferenza in atto a Berlino renderà omaggio all’importante ruolo della Convenzione di Istanbul nel colmare una lacuna nella protezione delle donne dalla violenza di genere in Europa e oltre.
Particolare enfasi è posta sul valore aggiunto della Convenzione, il legame tra il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e la lotta contro violenza sulle donne, oltre a riconoscere la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani.
La Conferenza affronterà le attuali sfide nel contesto più ampio della regressione generale nel settore della parità di genere e cercherà di riaffermare la volontà politica degli Stati parti per attuare pienamente la Convenzione e per generare un interesse concreto nella Convenzione tra i principali stakeholder, media e rappresentanti di ONG negli Stati che non sono ancora partiti.
Obiettivo fondamentale è: Combattere gli stereotipi di genere e il sessismo: affrontare le radici della disuguaglianza e della violenza contro le donne
Il sessismo e gli stereotipi di genere sono diffusi e prevalenti in tutti i settori e le società – lo sono anche strettamente legate alla violenza contro le donne, in quanto permeano il tessuto della società.
Questa sottocultura sessista è pervasiva e spesso normalizzata, eppure consente, condona e persino sostiene la violenza contro le donne.
Consentire che episodi di sessismo “minori” passino inosservati porta all’accettazione della discriminazione e della violenza.
La lotta agli stereotipi di genere e al sessismo è stata una priorità del Consiglio d’Europa dal 2013 e sono state svolte varie attività, in particolare nei settori dei media e dell’istruzione.
La strategia sull’uguaglianza di genere del Consiglio d’Europa per il 2018-2023, come la precedente, include la necessità di prevenire e combattere gli stereotipi di genere e il sessismo come uno dei suoi obiettivi.
Il Consiglio d’Europa invita gli Stati membri a monitorare il livello di attuazione delle politiche per combattere il sessismo a livello nazionale, anche attraverso leggi e politiche.
Come?
1) Attraverso la formazione all’alfabetizzazione digitale, in particolare ai giovani e bambini per un uso sicuro e critico dei media digitali;
2) definire legalmente e criminalizzare l’incitamento all’odio sessista,
anche online;
3) mettere in atto meccanismi di reclamo, misure disciplinari e servizi di supporto;
4) promuovere la ricerca e la raccolta di dati sui comportamenti sessisti;
5) insegnare la storia delle donne.
Queste azioni possono essere potenti antidoti a lungo e breve termine alla perpetuazione degli stereotipi di genere e del sessismo.
Relazione di ISA MAGGI, Stati Generali delle Donne, in diretta dalla Riunione del Consiglio d’Europa, 11 maggio 2021