La riflessione che state per leggere si può applicare ai diversi campi della nostra vita quotidiana, quindi non solo alla Filosofia.
I filosofi antichi, padri legittimi del pensiero che fa pensare, ci hanno insegnato che la filosofia può salvarci dal baratro dell’incomprensione, dentro e fuori di noi. Questo loro principio ci ha accompagnato per diversi secoli fin quando qualcosa è cominciato ad andare storto: è entrato in scena il filosofese. Non sto qui a farvi la storia del fallimento del progetto “filosofia amore della sapienza”, che è conoscenza e quindi divulgazione, ma solo desidero sottolineare la grande opportunità che stiamo perdendo. Il filosofese è il gergo che alcune correnti filosofiche si sono costruite per poi farne, in taluni casi, un uso esclusivo e incomprensibile agli altri, soprattutto ai non addetti.
Così facendo si è creata un’elite a cui si può accedere dopo aver compreso, non sempre ci si riesce, la chiave di lettura dei discorsi. Il filosofese è anche una comoda maschera dietro la quale si può nascondere il niente, il vuoto del pensiero, la vacuità con cui è facile crearsi un alone di mistero per divenire i “Guru del nulla”. Parlare chiaro, anche se facendo uso di metafore e termini tecnici, è possibile: basta solo volerlo.
A cosa serve la filosofia se non può essere utile al progresso dell’uomo? A poco o quasi nulla. Per questa ragione da molti anni mi sono data il compito di essere comprensibile e pratica, la filosofia diventa una grande risorsa se da un discorso antico di 5000 anni si può estrapolare un insegnamento ancor valido. Se concordiamo con Socrate che ci insegnò il motto dell’oracolo di Delfi “Sapere di non sapere è sapere”, ossia non c’è nulla di più efficace per migliorarci che conoscere i nostri limiti, beh, allora, non possiamo più ascoltare frasi appositamente oscure perché i nostri limiti sono duramente messi alla prova.
Starete già pensando che anche tra gli antichi qualcuno si fece prendere dal nascondimento di sé, uno per tutti Pitagora: pare girasse per le vie di Crotone coperto da un velo così da dare un tocco di mistero alla sua persona. Ma come non perdonare un simile vezzo a colui il quale fondò la prima scuola di matematica, ad un uomo che dette inizio al vegetarianismo in Occidente… Non tutti i filosofi per fortuna percorrono la sterile via del filosofese elitario, non ci resta quindi che rintracciarli: loro possono darci da pensare senza veli né finzioni: con filosofia, naturalmente!
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata