La nuova riforma doveva cambiare l’atteggiamento dei partiti di fronte alla donna sebbene ancora non si sia notata una orientazione precisa.
Il partito che ha lanciato un dolce “vieni meco”, è il Partito Popolare italiano il quale ha spalancato le porte alle donne, creando delle sezioni femminili e cercando di preparare la donna alla vita pubblica: ogni Sezione del partito, quando ha dieci donne iscritte, deve costituire il gruppo femminile e proporsi la risoluzione di tutti quei problemi femminili, che interessano, sotto l’aspetto legislativo, preparando le socie coll’ organizzazione, la propaganda, il campo politico in cui devono svolgersi le attività femminili.
Negli altri partiti, se si eccettua il partito socialista il quale ha un’organizzazione femminile già determinata e che appoggiandosi ai sindacati, ha una massa femminile già pronta, non esiste ancora un vero e proprio indirizzo politico delle donne né tanto meno un partito politico.
E’ di una certa importanza l’Unione Politica Nazionale tra le Donne italiane, sorta in Roma, di formazione recente. Anche esaminando il programma che venne lanciato al paese, non è facile afferrare la linea precisa, che lo muove.
L’Unione Politica Nazionale si propone di accogliere le donne di tutte le fedi, di tutte le classi, di esercitare la sua azione sostenendo di volta in volta le singole iniziative, i singoli uomini dei diversi partiti. Ecco i postulati della nuova organizzazione.
“Oggi che la vita sociale tende a un nuovo orientamento nel quale tutti i valori ricevono sanzioni di vita e di libertà, la collettività femminile, che durante la guerra ha saputo, affatto impreparata, affermare energie e capacità fino ad allora chiuse nel breve e sacro ambito delle preti domestiche, deve portare in tale orientamento, il frutto morale della propria natura, il bisogno di difesa e di protezione dei propri figli.
Il passato ci insegna, il presente ci sprona, l’avvenire ci attende: non per noi ma per l’Italia che vogliamo grande nei suoi confini naturali ed etnici: pel nostro popolo che si è mostrato eroico e generoso nel momento della prova: per la famiglia che vogliamo rinsaldata nei suoi principi vitali: pei nostri figli che vogliamo franchi e sani assertori dell’idea italica che è idea di civiltà e di equilibrio.
Per giungere a ciò è necessario unirci e prepararci: è necessario formare in noi stesse un coscienza chiara e illuminata, ferma e generosa, per rendere a utilità morale e civile i nuovi diritti che ci impongono più alti doveri.
Il senso di maternità che la natura ci elargì, che è il nostro spasimo e la nostra forza, dobbiamo riversarlo in ogni nostra azione, dall’adempimento dei doveri alla conquista dei diritti, dalla difesa della patria alla comprensione di ogni nuova idea per l’avanzamento dell’umanità da qualunque parte essa ci venga.
Nel richiedere l’equiparità dei diritti civili e politici noi intendiamo portare una nuova forza nella compagine sociale, forza che rivendicando la dignità del lavoro, aiuti il prevalere di principi basati sulla fratellanza e la giustizia.
Ovunque alligni disordine civile, corruzione o inettitudine, ovunque si celi l’interesse personale dinanzi al grande interesse collettivo, ovunque una fossilizzata burocrazia impedisca il veloce pulsare della vita d’Italia, ovunque la scuola non risponda al suo compito morale patrio, ovunque sia da portare l’impulso di un’alta e attiva spiritualità, per la salvezza della nazione e il bene dell’umanità noi vogliamo lottare.
Occorre perciò che le donne si uniscano tutte in questo momento, prefiggendosi la conquista progressiva e ordinata dell’uguaglianza morale, giuridica e politica della donna a parità degli uomini, promovendo al contempo tutte quelle leggi a favore della donna, dell’infanzia e del lavoro che sono elemento di grandezza e di civiltà nazionale”.
Insomma l’Unione si propone opera di sviluppo nazionale, di giustizia sociale, di equilibrata cooperazione politica.
Essa non ha scopo di beneficenza; si propone l’unione e l’appoggio non solo delle singole donne, ma anche di tutte le associazioni femminili già esistenti aventi in comune l’ideale di un’Italia grande e sana, e d’un ordinato progresso civile, in modo da formare in tale finalità una forza compatta cosciente nell’azione, basata su quel criterio di giustizia morale, che derivano da una larga e profonda concezione spirituale dei propri doveri e dei propri diritti.
Commento di Marta Ajò
Certo Laura Casartelli non poteva immaginare che le cose scritte da lei, 85 anni fa!, avrebbero mantenuto la loro attualità per così lungo tempo, tanto da rimanere temi di discussione nel corso degli anni fino ad oggi.
Al di là delle notizie passate, che questa donna ci tramanda in questo pezzo rivolto al tema della presenza femminile nei partiti politici, rimane un’attualità che ce lo rende ancora condivisibile.
L’organizzazione delle donne, la rappresentanza politica, la partecipazione e la presenza nelle istituzioni pubbliche, la condivisione dei valori di libertà e dei diritti, l’affermazione di un’identità di genere, qualificazione del lavoro, giustizia, promozione di leggi in favore delle pari opportunità per le donne restano infatti, in forme e modi diversi, le questioni su cui ancora le donne di oggi si confrontano e si qualificano.