Il contributo di Noi Rete Donne al G20 italiano

da | Gen 28, 2021 | Donne e politica

 

Premessa:
Il G20 italiano ha luogo in un momento cruciale per il mondo, che a causa della pandemia da Covid19 sta
affrontando la più grande depressione dopo quella del 1929, con effetti devastanti, non solo sul piano sanitario,
ma anche su quello economico e sociale. L’aumento dei divari sociali ed economici in tutti i paesi è drammatico a
prescindere dai livelli di sviluppo. E le donne ne stanno pagando il prezzo più alto.

Come sottolineato da UN Women, il divario di genere causa già ogni anno al mondo una perdita della ricchezza
pari a 160.2 trilioni di dollari (1). Se la riduzione dello spazio fiscale nei paesi del Sud del mondo porterà a tagli alla
spesa per i servizi pubblici, ciò avrà un ulteriore duro impatto su donne e ragazze povere. Sappiamo inoltre che le
donne rappresentano il 70% della forza lavoro nelle professioni sanitarie e che per questo sono più a rischio dal
punto di vista della salute. E, se come è vero, le donne sono protagoniste delle azioni di risposta alla pandemia, è
altrettanto vero che ne sono le anche le più colpite, anche a causa delle misure di lockdown che hanno avuto effetti
nefasti su settori a prevalente occupazione femminile, come il turismo, l’ospitalità, la ristorazione, le scuole, ma
anche in quelli dell’economia informale, prevalente nei paesi poveri, che le esclude dalle misure di protezione
sociale. Senza parlare di come l'epidemia di COVID-19 e il conseguente lockdown abbiano esacerbato la già alta
prevalenza della violenza di genere (GBV), compresa la violenza domestica e la tratta delle donne.

È pertanto fondamentale evitare il rischio di annullare tutti i progressi fatti sino ad ora sul terreno della eguaglianza
di genere, nella società e nel mercato del lavoro.

Non c’è più tempo da perdere, i Paesi Membri del G20 rappresentano circa il 90% del PIL, l’80% del commercio,
il 66% della popolazione mondiale, ma anche l’84% delle emissioni di gas serra, derivanti dall’uso di fonti fossili
di energia.
Ma sappiamo anche che proprio questi paesi, hanno livelli di democrazia profondamente diversi e visioni e
politiche talmente divaricanti, soprattutto in relazione all’empowerment delle donne, tanto da rendere complessa
la attuazione di quelle fondamentali scelte, necessarie a superare l’attuale crisi.

Per questo c’è bisogno che il G20 italiano adotti un cambio di paradigma per superare i limiti istituzionali e
culturali attuali che ne impediscono la sua adozione. Questo è il tempo per tale cambiamento, questo è il tempo
di mettere le donne al centro dei meccanismi di cambiamento.

Le Donne sono in prima linea nella pandemia e devono essere messe alla guida della ripresa.

Infatti, in un periodo di cosiddetta normalità, una svolta che garantisca tale cambio di paradigma sarebbe
impossibile, visto che la presenza di donne nei parlamenti dei paesi del G20 come Giappone, India, Brasile,
Federazione Russa non arriva al 20%, mentre in Argentina, Sud Africa, Messico, Francia, Italia, UK, Australia è
del 30%. Secondo i dati del WEF 2019, il divario medio di genere globale, misurato dalle disparità nell'accesso
all'occupazione, alla politica, all'istruzione e alla salute opportunità è del 31,4%.

Noi Rete donne condivide le conclusioni del Women 20 dell’Arabia Saudita e le priorità della presidenza italiana,
ma ritiene che senza regole e incentivi perché le donne possano assumere ruoli chiave nelle istituzioni multilaterali,
regionali e nazionali e nella governance delle imprese e delle organizzazioni della società civile, qualsiasi misura
produrrebbe un impatto squilibrato e parziale.
Noi Rete donne condivide anche la necessità di promuovere una road-map per il rilancio degli obiettivi di
Brisbane per la riduzione del differenziale di genere nella partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Noi Rete Donne, esprime inoltre una profonda preoccupazione per il fatto che, nonostante le dichiarazioni e il
grande lavoro dell’OCSE, di UN Women e della UE, l’empowerment delle donne non abbia ancora trovato una
risposta adeguata.

Il G20 italiano avrà quindi un ruolo chiave anche perché, per i prossimi 10 anni, questo sarà l’ultimo G20 guidato
da un paese europeo.
L’Italia ha pertanto la responsabilità di concordare un percorso e un piano operativo profondamente innovativo,
che permetta la realizzazione di alcuni impegni chiave, sia sul piano dei cambiamenti istituzionali, che per quanto
riguarda il superamento delle diseguaglianze e degli stereotipi di genere, attraverso la definizione di obiettivi
quantitativi e qualitativi e dei relativi criteri di monitoraggio.

In questo quadro, il G20 italiano ha il dovere adottare impegni per il rafforzamento delle istituzioni multilaterali
che permettano una risposta globale, forte e condivisa alla crisi pandemica e all’indebolimento della governance
economica globale, individuando azioni, impegni di follow up, metriche e indicatori verificabili per la loro
attuazione, garantendo innanzi tutto l’accesso alla salute pubblica e al vaccino per tutti, ma anche l’assunzione di
un piano di azione condiviso, che metta al centro l’inclusività della ripresa ed un profondo cambiamento
istituzionale e operativo, che valorizzi la capacità di resilienza che le donne hanno saputo dimostrare in questa
durissima fase.

Chiediamo azioni mirate e misure di sostegno e incentivazione che rafforzino e stimolino il protagonismo
delle donne nei ruoli decisionali della politica, delle amministrazioni pubbliche, delle imprese e della società civile.

Senza questo approccio, che permette l’adozione di misure di risposta con una lente di genere nelle aree prioritarie
individuate dal G20 italiano, la ripresa saranno parziali e soprattutto inefficaci.

Noi Rete Donne chiede che il G20 si impegni in particolare sui temi connessi all’empowerment istituzionale, alla
governance delle imprese e alla digitalizzazione, perché senza un empowerment istituzionale delle donne, sarà
impossibile raggiungere gli altri obiettivi specifici.
E, pur considerando la diversità dei paesi G20, si sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente le procedure e
i criteri di monitoraggio della Roadmap che verrà decisa.

In tal senso, in premessa, Noi Rete Donne raccomanda che il G20 italiano approvi, sulla base delle decisioni che
verranno adottate, la costituzione di gruppi di lavoro tematici, a partire dalle questioni inerenti all’empowerment
istituzionale e di governance delle imprese, alla sanità e alla partecipazione delle donne alla economia digitale,
con la presenza traversale delle organizzazioni delle donne, definendo altresì meccanismi certi di monitoraggio,
tempi, metriche e indicatori misurabili, così da poter verificare nel tempo l’impegno dei governi.

DONNE ED EMPOWERMENT ISTITUZIONALE

Noi Rete Donne ritiene fondamentale che il G20 italiano includa nella dichiarazione conclusiva l’impegno ad un
robusto rilancio del sistema multilaterale e alla promozione di tale rilancio, attraverso l’adozione di un
approccio di genere, impegnando i governi del G20 alla adozione di meccanismi multilaterali robusti che includano
ciascuna agenzia ONU, come pure gli altri organismi multilaterali, anche a livello regionale, per l’avanzamento
degli obiettivi strategici per l’empowerment delle donne.

Noi Rete Donne ritiene fondamentale che il G20 italiano si impegni a:

– la adozione di procedure di analisi dell'impatto di genere, a tutti i livelli e fasi della risposta alla crisi e, di
formulazione delle politiche, individuando le aree prioritarie di risposta per aumentare l'inclusione e l'avanzamento
delle donne nel mondo del lavoro, anche attraverso sussidi, sgravi e politiche fiscali.

– L’aumento delle risorse per azioni di cooperazione multilaterale che rafforzino l’empowerment delle
donne, il ruolo politico delle donne nelle istituzioni e agenzie internazionali, a partire dai livelli apicali, nei
parlamenti e nelle altre istituzioni. Ciò anche attraverso azioni di formazione a livello istituzionale, con proposta
di misure legislative e di incentivazione per il superamento del gap di presenza delle donne nei ruoli istituzionali,
nelle agenzie internazionali, nei parlamenti e nella governance dei paesi (presenza in ruoli dirigenziali dei ministeri).
In questo quadro sarà fondamentale riconoscere e far riferimento alle Convenzioni e alle norme internazionali
di carattere vincolante, a partire da quelle relative ai diritti umani fondamentali nel lavoro, superando il solo
riferimento alle dichiarazioni di principio, soprattutto in relazione alle questioni di genere.

– L’adozione del gender mainstreaming negli accordi internazionali e regionali, per evitare che questi,
soprattutto quando sono settoriali o commerciali, abbiano un impatto di genere negativo a causa del diverso
accesso e controllo da parte delle donne alle risorse economiche e sociali.

– La adozione e il rafforzamento di meccanismi nazionali a livello di governo e locali, per la attuazione, non in
via esclusiva, delle misure di promozione dell’uguaglianza di genere. Tali meccanismi dovrebbero avere una forte
autorevolezza e visibilità ed essere messi in grado, attraverso un mandato chiaro, e adeguate risorse umane,
tecniche, finanziari e di tempo, (con accesso ai dati disaggregati e alle statistiche), di fornire consulenza e guida
ai livelli più alti di governo e dei ministeri competenti perché adottino piani strategici per ciascuna istituzione,
monitorandone i miglioramenti, e fornendo le strumentazioni per la riforma delle procedure di definizione dei
bilanci, prevedendo l’introduzione dell’impatto di genere.

– la nomina di un organismo per la definizione di provvedimenti normativi antidiscriminatori che garantiscano
l’eguaglianza paritaria nelle nomine istituzionali, sia negli organismi multilaterali che regionali e nazionali.
Provvedimenti che possano prevedere misure volte a dichiarare l’invalidità delle nomine stesse, qualora le suddette
norme siano disattese.

– La verifica delle competenze in materia di politiche, analisi, sostegno, comunicazione e monitoraggio per
l’attuazione nelle istituzioni centrali della parità di genere.

– La adozione di strumenti per la misurazione delle decisioni dei funzionari nazionali e locali, nella integrazione
dell'uguaglianza di genere nella gestione della finanza pubblica, nella progettazione e attuazione di piani e bilanci
e, nello svolgimento di funzioni di controllo e responsabilità.

– L’integrazione dell’approccio di genere nella definizione della legislazione, delle politiche pubbliche, dei programmi e dei progetti.

– L'inclusione delle donne negli organismi per la prevenzione e nei processi di pace, per il raggiungimento di una
pace giusta, inclusiva e sostenibile e per prevenire le violenze e gli stupri come strumento di guerra. Altrettanto
fondamentale sarà dare attuazione all'appello del Segretario generale dell’ONU per un cessate il fuoco globale, in
riconoscimento della minaccia che un conflitto violento pone a qualsiasi risposta al COVID-19.

– Il divieto di sostegno ad organismi istituzionali e non, che non prevedano un adeguata presenza di donne.

Noi Rete Donne considera fondamentale che tali politiche di empowerment includano la lotta alla violenza di genere,
inclusa la violenza online contro le donne che ostacola, sempre di più la partecipazione delle donne alla vita pubblica.

DONNE E GOVERNANCE DI IMPRESE

Le donne costituiscono solo il 16% dei membri del consiglio nelle prime 500 multinazionali (per capitale di
mercato) (2), con quote che scendono al 12% nel settore tecnologico.
Anche nel settore più performante le donne costituiscono meno di un quinto dei board. Mentre la quota femminile
dei membri dei consigli di amministrazione in un ruolo di consulenza indipendente è del 23%, la loro quota in
ruoli di Senior Leadership è solo del 7%. Inoltre solo circa 1/20 delle prime 500 multinazionali ha una
rappresentanza femminile superiore al 30%.
E questo nonostante una serie di azioni a livello multilaterale, regionale e nazionale tese a migliorare la
partecipazione femminile (ad esempio, i principi di governance del G20 / OCSE (OECD Corporate Governance Factbook, 2019).

Noi Rete Donne chiede che il G20 italiano si impegni a:

– rafforzare il lavoro in atto all’OCSE, per la adozione di elementi chiave e indicatori condivisi per misurare
l'empowerment delle donne nelle imprese, in particolare in relazione alle quote dei componenti donne nei consigli
di amministrazione delle aziende quotate o meno, per la misurazione dei divari salariali di ingresso, dei benefit per
genere e dei compensi dei CEO in rapporto ai salari medi.

– Individuare e rafforzare le procedure e le regole perché le imprese dei paesi G20, anche quelle non quotate,
adottino metriche ambientali, sociali e di governance (ESG) trasparenti e misurabili per la promozione di una
concorrenza che valorizzi il ruolo delle donne nei processi decisionali e nella sostenibilità delle politiche di
impresa.

– adottare politiche di sostegno che stimolino l'imprenditorialità femminile, migliorando l'accesso e l'utilizzo dei
servizi finanziari da parte delle donne imprenditrici e rafforzando l'uso delle TIC e delle soluzioni digitali da
parte delle donne imprenditrici, a sostegno della loro attività;

– promuovere misure favorevoli, che facciano leva su strumenti finanziari e di investimento, attraverso fondi
specifici pubblici e privati, che favoriscano gli investimenti produttivi da parte di donne imprenditrici.

– sviluppare strumenti per l'apprendimento a distanza, compreso l'uso delle reti televisive pubbliche, per garantire
l'accesso a diverse modalità di trasferimento di conoscenze e informazioni per le ragazze e le donne che vogliono
promuovere attività lavorative.

– Adottare misure per l’accesso delle donne alla finanza e alla governance delle imprese, con forme di sostegno
alla gestione al femminile delle piccole e medie imprese.

– Promuovere una stretta collaborazione tra il settore privato e le istituzioni finanziarie per la messa in atto
di meccanismi di sostegno e tutela delle imprese di proprietà delle donne, delle imprenditrici e delle
lavoratrici informali colpite da COVID-19, con allocazione di fondi per l’assistenza e sostegno alle donne
colpite dall'impatto del COVID-19 che non sono in grado di accedere ai sussidi formali di disoccupazione.

– Sviluppare nelle imprese della società civile, la adozione di misure che garantiscano un accesso adeguato
delle donne alla governance e alla promozione dell’empowerment delle donne nei programmi e nei bilanci.

DONNE E DIGITALIZZAZIONE:

Noi Rete Donne ritiene che il sostegno a una ripresa digitale post-COVID-19 sia fondamentale per aumentare
l’empowerment delle donne a livello sociale ed economico.

Noi Rete Donne chiede che il G20 italiano si impegni a:

– Sostenere la partecipazione di donne ricercatrici, programmatrici e utilizzatrici allo sviluppo dei processi di
digitalizzazione e di sviluppo dell’intelligenza artificiale in modo da far si che tali processi promuovano
l’inclusione delle donne e non invece le disparità di genere.

– sostenere un processo di trasformazione digitale che sia inclusivo per le donne, permettendo attraverso un
accesso globale ad internet, l'inclusione finanziaria, le operazioni aziendali e persino la formazione tecnica, che
sono ancora oggi una sfida, soprattutto, ma non solo in molti paesi in via di sviluppo.

– Adottare misure affinché i servizi che si occupano della violenza di genere siano dichiarati essenziali, e messi in
condizione di offrire una consulenza a distanza, per il supporto psicosociale.

Per Noi Rete Donne
Daniela Carlà
Cecilia Brighi
Cinzia del Rio
Pia Locatelli
Giovanna Martelli
Maura Viezzoli