Con i funerali pubblici di Giulia Cecchettin, svolti nella Basilica di Santa Giustina a Padova, si è chiusa una pagina di storia italiana.
Una cerimonia privata ed una seconda pubblica alla quale hanno partecipato oltre ai familiari addolorati una folla in presenza di circa 10mila persone, il Vescovo Mons. Cipolla che ha tenuto l’Omelia, il governatore della Regione Zaia che ha proclamato il lutto regionale e tanti altri, incollati agli schermi, molti i messaggi istituzionali e quello del Presidente della Repubblica Mattarella. Quasi una cerimonia nazionale.
Presenti assoluti e di diritto il dolore, le emozioni, la testimonianza di una bara.
Giulia, per l’appunto, ingiustamente, inaspettatamente, inaccettabilmente uccisa.
Lei, una delle tantissime donne morte per mano di un uomo.
Insieme a lei, non nominate, tante altre vittime che avrebbero richiesto la stessa attenzione, lo stesso coinvolgimento, la stessa condanna. Di loro restano una lunga sfilza di nomi, foto, ricordi.
Insieme a tutte, tutti, presente forse la retorica. Che unisce, deresponsabilizza, acquieta. Perché non è vero, come è stato detto, che Giulia “mancherà a tutti noi” che non l’abbiamo conosciuta se non per la sua tragica fine. Non ci mancheranno le belle cose che sono state dette da chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene. Non ci mancherà il suo sorriso, che dalle immagini suscita tanta simpatia.
Anche se dal momento della sua sparizione siamo entrati nel suo privato, nei suoi affetti attraverso lo scalpore suscitato dai media dell’informazione, spinti da un interesse a volte morboso, dalle parole dei familiari.
Non sapevamo che esistesse, anche se poi si è detto che era diventata una di noi. Come tutte le altre, diventate note solo per un momento, quello che le ha definite vittime di violenza.
Certo che per un po’ la ricorderemo. Siamo persone di buoni sentimenti. “Siamo tutte Giulia” ma non è vero. Come non siamo mai state, e come sceglierle? Giulia Tramontano, Vincenza Angrisano, Concetta Marruocco, Anna Elisa Fontana, Sofia Castelli ecc. Le ricordate? Chi erano? Le abbiamo conosciute solo come donne uccise dal proprio uomo.
E dunque Giulia ci lascia l‘ amaro ricordo del suo nome che, chissà quante volte, sarà pronunciato da adesso in poi, come un esempio.
Giulia la punta dell’iceberg? Farà affondare la nave di potenziali assassini?
Il rumore fatto dai campanelli e dalle urla, richiesto dalla addolorata sorella, che l’hanno circondata e accompagnata in quest’ultima presenza terrena si sono spenti un attimo dopo, e l’ultimo viaggio di questa Ragazza ha avuto il suo epilogo.
Ciao Giulia.