Il Garante per l’infanzia: «Giustizia minorile, serve la riforma. Ma intanto salviamo il dipartimento», 19 aprile 2012

da | Apr 21, 2012 | Anno 2012


Il Garante per l’infanzia: «Giustizia minorile, serve la riforma. Ma intanto salviamo il dipartimento»
Nella relazione annuale l’autorità chiede di ratificare la Convenzione internazionale anti-pedofili che persegue l’adescamento via web

 

È «di rilievo e urgenza» il problema della riforma del sistema di giustizia che concerne le persone di minore età: lo sottolinea il Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora, nella prima relazione annuale della neonata autorità. Il sistema di giustizia minorile nel nostro Paese, pur preso a modello da diversi Stati in ambito penale – dice il Garante – è afflitto da problematiche che lo rendono meno incisivo e rapido. È necessario «giungere a una riorganizzazione complessiva della materia», osserva Spadafora. Che esprime preoccupazione per «l’allarme di queste settimane circa la paventata soppressione del Dipartimento per la Giustizia minorile, un’importante conquista che, a partire dagli anni Ottanta, ha svincolato personale, servizi e strutture minorili dall’amministrazione penitenziaria». Spadafora sollecita anche l’approvazione del disegno di legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote (che disciplina anche i nuovi reati di pedofilia e pedo-pornografia culturale e di grooming, cioè adescamento via Internet), già approvato alla Camera e attualmente all’esame del Senato. Preoccupa, intanto, la diffusione delle bande giovanili che si vanno radicando nelle città italiane. È l’allarme lanciato dal ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, intervenuto alla presentazione della relazione del Garante nazionale per l’infanzia. «Concordo – spiega Riccardi – sulla preoccupazione forte per la crescita della povertà di molte famiglie. Una povertà che interessa centinaia di migliaia di bambini e di ragazzi. Preoccupazione per il persistere del dramma dell’abbandono scolastico, una preoccupante continuità nella nostra storia. Preoccupazione – conclude il ministro – per l’universo infanzia e adolescenza che ha al suo interno vaste fasce a rischio: penso ad alcuni fenomeni assai gravi come il costituirsi di bande giovanili in diverse aree urbane del nostro Paese».