Il Nobel per la Letteratura a Svetlana Alexievich

da | Ott 18, 2015 | Donne dal mondo

La scrittrice e giornalista bielorussa Svetlana Alexievich ha vinto il Nobel 2015 per la Letteratura. Lo ha annunciato l’Accademia Reale Svedese, segnalando che è stata premiata la sua polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi. Il premio, del valore di otto milioni di corone (circa 850 mila euro), verrà consegnato il 10 dicembre – giorno in cui morì Alfred Nobel – a Stoccolma da Re Carlo XVI Gustavo di Svezia. L’anno scorso a vincere fu il francese Patrick Modiano.

Non mi piace questo 84% dei russi che incita ad uccidere gli ucraini, mi piace il ”mondo russo della letteratura e della scienza” ma non rispetto ”il mondo russo di Putin e di Stalin”, ha detto in una conferenza stampa a Minsk la vincitrice del premio Nobel per la letteratura Svetlana Alexievich, che ha attaccato a testa bassa il presidente russo.

Io amo il mondo russo, il mondo umanistico russo, ma non amo il mondo di Beria, Stalin, Putin e Shoigu, questo non è il mio mondo, ha detto riferendosi anche al capo della polizia segreta sovietica e al ministro della Difesa russo, e accusando poi il Cremlino di aver invaso l’Ucraina. Alexievich ha raccontato gli ultimi anni dell’Urss e il postcomunismo ed è una scrittrice dissidente come lo furono in altre epoche Pasternak, Solzhenitsin e Bunin.

A dichiararlo è di fatto lei stessa oggi in un’intervista alla tv svedese Svt: Mi sono subito sentita circondata da grandi ombre, come Bunin o Pasternak – ha rivelato -, è un sentimento da un lato fantastico e dall’altro inquietante. Il più prestigioso dei premi è stato assegnato ad Alexievich alla vigilia delle presidenziali bielorusse, dove il controverso Aleksandr Lukashenko correrà per un quinto mandato. E tra brogli e mancanza di trasparenza, sembra destinato ad avere successo. Si tratta dello stesso Lukashenko che – come racconta la stessa scrittrice – non si è neanche degnato di fare una telefonata alla sua strenua oppositrice, che è comunque la prima cittadina bielorussa a vedersi insignita del Nobel per la letteratura.

E del resto nemmeno il leader del Cremlino ha alzato la cornetta per chiamarla. Alexievich non si è risparmiata neanche oggi parole di biasimo per Lukashenko: Il potere bielorusso – ha detto ai giornalisti – fa finta che io non ci sia, non pubblicano i miei libri, non posso fare discorsi da nessuna parte, non mi ricordo che la tv bielorussa mi abbia fatto una chiamata, neppure il presidente bielorusso.

Ma ora qualcosa potrebbe cambiare: il governo di Lukashenko sarà obbligato ad ascoltarmi, dice l’autrice di ”Preghiera per Cernobyl”, sottolineando che ci sono talmente tante persone stanche che non hanno più la forza di credere e che il Nobel può significare qualcosa per loro.

Nata 67 anni fa in Ucraina da padre bielorusso e madre ucraina, Alexievich non è di certo insensibile a quello che sta avvenendo nella repubblica ex sovietica in guerra, e oggi ha puntato il dito contro il Cremlino – accusato di sostenere i separatisti con armi e uomini – parlando senza mezzi termini di occupazione e invasione straniera da parte di Mosca e denunciando una Russia in cui l’84% delle persone si rallegra quando della gente muore nel Donbass, ride degli ucraini e crede che si possa risolvere tutto con la forza. Immediata la reazione della presidenza russa: Probabilmente Svetlana – ha detto il portavoce di Putin – non possiede tutte le informazioni necessarie per dare una valutazione positiva di ciò che sta accadendo in Ucraina.

Con le sue opere tradotte in molte lingue, si è fatta conoscere in tutto il mondo. In Italia le “Edizioni E/O” hanno pubblicato La guerra non ha un volto di donna, (sulle donne sovietiche al fronte nella seconda guerra mondiale), Ragazzi di zinco (sui reduci della guerra in Afghanistan), Incantati dalla morte (sui suicidi in seguito al crollo dell’Urss) e Preghiera per Cernobyl (sulle vittime della tragedia nucleare). Nel 2014 Bompiani ha pubblicato Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo. La vincitrice ha commentato con una sola parola la notizia della decisione dell’Accademia di Svezia di premiarla: Fantastico!. A renderlo noto è stata la filologa svedese Sara Danius, neo segretario permanente dell’Accademia Reale svedese, riferendo alla televisione del colloquio avuto con Svetlana Aleksievich.

 Il Secolo XIX, 9 ottobre 2015