Il Principe di Netflix

da | Lug 16, 2023 | L'impertinente

 

Gli ingredienti ci sono tutti.

Per aiutare chi ormai “sfranto” dal caldo,  dalla fatica del lavoro, cerca  una distrazione in una televisione generalista in stato d’agonia estiva.

A forza di smanettare per i più svariati canali, ci si imbatte nella docuserie dal titolo evocativo “ Il Principe”.
In tempi in cui gli informatissimi media, giornali gossippari ecc. ci hanno riempito di notizie su regine morte,  principi ereditari che diventano re, consorti che acquisiscono titoli ed diritti nobiliari, principi ribelli, principi compromessi in losche vicende, altri in cerca di un ruolo comunque sia, l’attitudine a curiosare , della serie “Che avrà combinato?”, ci accompagna.

Questa volta, a suscitare interesse e a resuscitare fantasmi del passato, è un documentario su Vittorio Emanuele di Savoia, erede al trono d’Italia, nel caso fosse rimasta la Monarchia ma che per fortuna nostra e per sfortuna sua, il popolo italiano,  con un referendum popolare in favore della Repubblica, gli ha negato.

E certo si capisce, e i materiali del documentario lo evidenziano, non deve averla presa molto bene fin da piccolissimo. Cresciuto fuori dall’Italia, di cui quasi non conosce l’uso della lingua, non conoscendo geograficamente il Paese, la cultura, deve avere conservato negli anni quintalate di rancore o peggio.

Infine, questo documentario non ha nulla di storicamente rilevante piuttosto riporta  a galla un brutto fatti di cronaca nera, un omicidio, episodio avvenuto nel 1978, di cui si sarebbe reso protagonista il Principe in questione..

Interprete assoluto di splendide vacanze, insieme a cooprotagonisti della nuova e ricca borghesia di quegli anni. Luoghi magici: le coste della Sardegna e della Corsica su cui domina l’isola privata di Cavallo, in acque francesi in cui da sempre il Principe possiede una villa con attracco privato per il motoscafo.

La docu serie, che si avvale di uno straordinario materiale privato che sicuramente è stato possibile reperire grazie alle conoscenze personali e alle frequentazioni della regista, ci mostra in modo incalzante  la tragedia che irrompe in quelle vite distruggendone due: quella del giovane tedesco Dirk Hamer ,morto per un colpo di fucile sparato dal Principe e di sua sorella Birgita che da allora intraprenderà una tortuosa strada per avere giustizia.

Da questi elementi si dipana la storia. Chi ha ucciso il giocane Dirk? Otterrà la verità la sorella? Il responsabile sarà assicurato alla giustizia?

La ricerca di neutralità nel racconto si scontra a volte nella presentazione stessa del materiale in cui quasi tutti, prima  poi, appaiono colpevoli o innocenti.
La conclusione, non  certo il giudizio, lo possono trarre gli spettatori nel modo che sarà loro più congeniale e nonostante le prove documentarie dei vari processi.
I fatti invece restano fatti.

Una storia senza storia, un fatto ancora non chiarito del tutto, un principe senza corona e senza cultura, che si arroga un diritto che non permetterà che altri si accostino alla “sua” costa.

A questo punto la trama, che  per un po’ sembra infittirsi,  si risolve con un rabbioso principe che spara in modo forsennato e irresponsabile contro gli “altri”.

Sarà uno di questi spari a colpire a morte il giovane turista tedesco in  una delle barche vicine?
Oltre a quella della sorella, il documentario propone alcune testimonianze dei presenti  ed ognuno racconta la sua verità.

La docuserie è un buon prodotto estivo, nel senso che si guarda facilmente e senza impegno.
Escono, purtroppo, da questo collage di vecchi filmati, l’immagine di un Principe-uomo, che nessuno può rimpiangere né giustificare.
Una mossa furba, un po’ ruffiana e un po’ divertita della regia e della produzione e nel niente anche il poco lascia il segno.