12 maggio, Genova #statigeneralidonne a Genova, Città delle Donne https://www.youtube.com/watch?v=J20LreHuWgo
Il fallimento dei protocolli economico-finanziari internazionali dello sviluppo impone di ripensare il modello insediativo e programmare il ritorno a politiche di governo fondate sulla valorizzazione dei capitali territoriali, locali e urbani. Ciò non potrà più avvenire in termini di ulteriore crescita, accumulo e consumo, ma progettando policentrismo e densificazione e regolando il riuso dei suoli in una dimensione multifunzionale, riconfigurando gli spazi e producendo tessuti urbani più resilienti e adattativi.
Tramontata da tempo la stagione dei grandi interventi di trasformazione, il futuro vedrà l’avvio di poche grandi opere e di una molteplicità di piccoli progetti, fattibili e di scala adeguata alla moltitudine parcellizzata degli attori, quali proprietari di immobili e soggetti economici e sociali. In un quadro di risorse finanziarie e ambientali scarse ma con la grande opportunità del PNRR si dovrà, necessariamente, far leva su un incastro virtuoso di numerosi progetti di ridotta dimensione ma all’interno di definite strategie intese quali sistemi di scelte spaziali ed economiche ben calibrate.
Questi sono i fondamenti del progetto delle Città delle Donne mlanciato a Matera nel 2019 e ora sempre più in diffusione, grazie al patrocinio e la collaborazione di ANCI.
Come possiamo, come donne, imprenditrici, manager, studiose, contribuire a sostenere il processo di cambiamento in atto, nell’economia della crisi e nelle politiche oltre la pandemia con il preoccupante quadro geopolitico attuale.
Riteniamo essenziale per le nostre imprese femminili la costruzione di un modello mediterraneo di creazione di impresa.
Gli ecosistemi del Mediterraneo sono costituiti quasi esclusivamente da piccole imprese familiari operanti prevalentemente su base locale. Ciò rende questi ecosistemi assai diversi da quelli del mondo anglosassone, i quali sono caratterizzati dall’impresa manageriale, da mercati finanziari sviluppati ed efficienti e dalla diffusione del venture capital e del crowdfunding.
Queste differenze rendono necessario un adattamento, in alcuni casi una revisione radicale, di teorie, strumenti e modelli che la dottrina ha definito assumendo come riferimento principalmente gli ecosistemi e le startup del Nord Europa e del Nord America. Questa esigenza è testimoniata anche dell’elevata vulnerabilità delle giovani imprese: indipendentemente dal settore di attività e dell’area geografica di operatività, soltanto la metà delle imprese di nuova costituzione supera l’impatto con il mercato ed arriva al quinto anno di vita.
Centrale, pertanto, è il tema della mobilitazione di risorse necessarie per la riqualificazione e lo sviluppo sostenibile delle Città e della conseguente problematica legata alla redistribuzione sociale delle rendite urbane immobiliari, ovvero del surplus economico che le trasformazioni urbanistiche e gli investimenti pubblici e privati producono nell’economia urbana, da impiegare a favore della città pubblica.
Il logo #madeinwomanmadeinitaly
Il futuro è di chi lo fa e il francobollo presentato oggi a Genova è la rappresentazione simbolica del percorso che abbiamo avviato come Stati Generali delle Donne.
Il logo introduce infatti buone pratiche di attività imprenditoriali femminili in termini di costruzione di filiere, di reti, di promozione del “bello “ e del “buono”, tipicamente italiani.
Si tratta di un vero e proprio “cambiamento culturale” all’interno di una nuova economia,paritaria, basata sui valori e sulla sostenibilità.
Shahra Razavi, Direttrice del Dipartimento di Ricerca e Raccolta Dati di UN Women scrive “il cambiamento di cui necessita la nostra economia è lontano, ma può essere compiuto.”
Un’economia strutturata sui bisogni delle donne, darà la possibilità di avere un “impatto a livello di decision-making: a partire dal modo in cui gli investimenti vengono effettuati, dalla gestione delle risorse nazionali e delle politiche pubbliche, fino ad arrivare ai partenariati con le istituzioni internazionali”.
E noi, sul cambiamento, ci stiamo lavorando.
L’ appuntamento di oggi a Genova, Città delle Donne è una tappa significativa di questa traiettoria che ha radici lontane, dall’Expo di Milano del 2015 e ha chiamato a raccolta studiose, imprenditrici, professioniste, Istituzioni interessati ad avviare un progetto di ricerca comune diretto ad elaborare principi e strumenti operativi sulla creazione di imprese che siano sostenibili, perché concepite coerentemente con le caratteristiche degli ecosistemi del Mediterraneo.
La presentazione di casi studio su startup di successo consentirà di mettere a fuoco i tratti distintivi delle imprese giovani che si sono affermate nel mercato e di derivare da essi principi generali che possano essere assunti come riferimento da tutti coloro che intendono avviare nuove iniziative imprenditoriali sostenibili in quest’area del mondo.
Ci stiamo occupando di
1. Reti di piccole imprese, i distretti, le cooperative
2. Modelli di pre-incubazione, incubazione e di follow up
3. Il ruolo delle partnership strategiche e dei network nella sostenibilità dei progetti d’impresa
4. Il ruolo delle università e del trasferimento tecnologico nella creazione di imprese e spin off
5. Casi studio su startup di successo nel Mediterraneo:
– Risorse culturali, artistiche, archeologiche, paesaggistiche e ambientali
– Moda e design: tra tradizione e innovazione
– Intrattenimento, cinema, spettacolo, produzioni artistiche
– Beni comuni, servizi pubblici innovativi e politiche di Smart city
– Agroalimentare di qualità, pesca, ristorazione
– Riscoperta e rivisitazione di antichi mestieri e tradizioni
– Tecnologie eco-sostenibili, l’energia pulita, la bonifica e la salvaguardia dell’ambiente
– Riciclo, riuso, restauro
-Servizi alla persona, ai disabili, agli anziani, alla famiglia
– Innovazione sociale.
L’appuntamento è a Parma a fine maggio.