Iva illegittima sulla tassa dei rifiuti

da | Mar 27, 2011 | Testimonianze e contributi

Care amiche,

 CommercialistaDonna” continua l’argomento della scorsa settimana sull’iva illegittima sulla Tassa rifiuti e sul ricorso alla Commissione Tributaria competente. Oggi infatti sarà completata la panoramica su come funziona il ricorso. Vi invito comunque a sottoscrivere la petizione dell’associazione “altro consumo” per vedere riconosciuto al più presto il nostro diritto al rimborso dell’iva pagata.

 Come sempre potete inoltrare richieste particolari su un tema specifico alla mia mail.

Cordiali saluti a voi tutte.
Monica Ottone, dottore commercialista in Roma.
Per contattarmi dr.monicaottone@donneierioggiedomani.it.

La TARSU e l’iva illegittima

La volta scorsa ho spiegato un po’ la storia dell’iva sulla tassa rifiuti e la sua evoluzione, oltre che la procedura di richiesta del rimborso e il modello da compilare e spedire. Alla fine è emerso che, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, in alcuni Comuni (tra cui Roma) l’iva viene ancora applicata. Infatti per vedere riconosciuti i propri diritti ed ottenere il rimborso dell’iva la procedura è questa:

§       bisogna presentare la richiesta di rimborso a chi ha fatturato la TARSU; il modulo è scaricabile dal sito di Altroconsumo ed è spiegato molto bene, bisogna allegare la copia delle fatture in cui è applicata l’iva e si può richiedere il rimborso dell’iva pagata dal 2000 (dieci anni precedenti).

§       Aspettare la risposta, che può essere positiva e quindi si conclude la procedura, oppure negativa ed allora si hanno 60 gg. dalla data di notifica della risposta per fare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale.   Se invece non arriva alcuna risposta, si può fare il ricorso alla Commissione dopo 90 gg. dall’invio della richiesta (bisogna attendere il silenzio-rifiuto).

Il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale: II parte

La volta scorsa abbiamo visto come può essere notificato il ricorso, cioè mediante
consegna diretta;
 per posta, con plico raccomandato senza busta e con l’avviso di ricevimento;
a mezzo notifica di ufficiale giudiziario.
Se portiamo l’esempio dell’iva illegittima, il nostro ricorso dovrà essere notificato al Comune o al Gestore privato/azienda municipalizzata che ha emesso la fattura con l’iva. 

Costituzione in giudizio
La proposizione del ricorso, di per sé, non è sufficiente per l’avvio del processo tributario, occorre che il contribuente si costituisca in giudizio. Che significa?
Entro 30 giorni dalla notifica all’ufficio, nel nostro caso al Comune o chi per esso, è necessario costituirsi in giudizio depositando o trasmettendo alla Commissione tributaria provinciale copia del ricorso. Quindi se abbiamo optato per la notifica tramite posta, dovremmo spedire la copia del ricorso con la fotocopia della raccomandata che ne attesti l’avvenuta spedizione

Attenzione:  la raccomandata per la costituzione in giudizio deve essere inviata alla Commissione Tributaria Provinciale in plico, cioè senza busta, con l’avviso di ricevimento.
Nel nostro specifico ricorso per l’iva illegittima bisogna allegare anche le copie delle fatture pagate con il pagamento avvenuto, praticamente tutta la documentazione utile per il caso.
Una volta presentata la costituzione in giudizio si attende. Se la controparte vuole partecipare attivamente al processo deve a sua volta costituirsi in giudizio entro 60 gg. dalla ricezione del ricorso; se si costituisce tardivamente o non si costituisce affatto, non ha diritto alla notificazione dei normali atti processuali, ma attente! Se la controparte non si costituisce non significa che il nostro ricorso viene automaticamente accolto!

 E poi? 
La segreteria comunica alle parti che si sono costituite la data di trattazione e le parti possono depositare memorie illustrative fino a 10 gg. liberi prima della trattazione.
La controversia è trattata di norma in “Camera di consiglio” (senza la presenza delle parti), se nessuna delle parti ha richiesto la trattazione in udienza pubblica. In entrambi i casi verrà redatto un processo verbale e la trattazione si conclude con la deliberazione, formalizzata poi in sentenza.

Consiglio:  per le controversie aventi ad oggetto tributi di valore inferiore a 2.582,28 euro non è  indispensabile l’assistenza di un difensore abilitato, come il Dottore Commercialista, e probabilmente nel nostro caso la cifra da richiedere per il rimborso dell’iva è inferiore. Ma per non sbagliare l’iter del ricorso conviene comunque affidarsi ad un professionista, valutando naturalmente tutti i pro ed i contro di una simile scelta. Per ora, forse, dare un supporto alla petizione di Altroconsumo (ci si collega al sito e si lasciano i dati) può essere utile per spingere una risposta ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate.

 

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