Iva illegittima sulla tassa dei rifiuti , 2

da | Mar 27, 2011 | Testimonianze e contributi

Care amiche,
 “CommercialistaDonna” oggi si occupa dell’iva illegittima sulla Tassa rifiuti e del ricorso alla Commissione Tributaria competente. Infatti, dopo le numerose richieste per sapere maggiori notizie sull’argomento “iva e tarsu”, ho colto l’occasione per dare qualche notizia anche su quando e come fare  ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale, la prossima settimana verrà quindi completata la panoramica su come funziona il ricorso.
 Vi saluto e vi aspetto la prossima settimana,ricordandovi che richieste particolari o interesse per un tema specifico possono essere segnalate alla mia mail.

Monica Ottone, dottore commercialista in Roma.
Per contattarmi
dr.monicaottone@donneierioggiedomani.it.

La TARSU e l’iva illegittima

Cominciamo col dire che nel luglio 2009 una sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato che sia la TARSU (tassa sui rifiuti) che la TIA (tariffa igiene ambientale) non devono essere assoggettate all’iva. Tutte le maggiori associazioni hanno quindi invitato i contribuenti, che avessero pagato l’iva, a chiederne il rimborso, degli ultimi dieci anni, mettendo a disposizione anche moduli prestampati da compilare ed inviare ai soggetti competenti. Bisogna anche dire che non tutti i Comuni hanno applicato l’iva su tale tassa, ma quelli che lo hanno fatto devono restituirla.
Finora il Governo non è ancora intervenuto, ma l’Agenzia delle Entrate, rispondendo ad un interpello della società Trevisoservizi, ha dichiarato illegittima l’iva applicata alla tassa. L’associazione di consumatori “Altroconsumo” ha iniziato la raccolta firme per una petizione, affinchè la risposta dell’Agenzia delle Entrate venga pubblicata come risoluzione ministeriale e quindi applicata a tutti i Comuni italiani.

Un articolo datato 13/04/2010, del giornale “Leggo” di Roma, spiega che l’Ama, l’azienda municipalizzata per l’ambiente del Comune, è stata diffidata dalla Federconsumatori, perché nonostante la sentenza, continua ad addebitare l’iva. Mentre dall’Ama nessuna risposta ufficiale, il Campidoglio ribatte che in assenza di novità interpretative da parte dell’Agenzia delle Entrate si continuerà con l’iva.

Che fare?
Per vedere riconosciuti i propri diritti ed ottenere il rimborso dell’iva la procedura è questa:
 bisogna presentare la richiesta di rimborso a chi ha fatturato la TARSU; il modulo è scaricabile dal sito di Altroconsumo ed è spiegato molto bene, bisogna allegare la copia delle fatture in cui è applicata l’iva e si può richiedere il rimborso dell’iva pagata dal 2000 (dieci anni precedenti).
– Aspettare la risposta, che può essere positiva e quindi si conclude la procedura, oppure negativa ed allora si hanno 60 gg. dalla data di notifica della risposta per fare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale.   Se invece non arriva alcuna risposta, si può fare il ricorso alla Commissione dopo 90 gg. dall’invio della richiesta (bisogna attendere il silenzio-rifiuto).

Il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale

Purtroppo il ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale è una procedura lunga, con tutte le incognite del caso, ma in questo momento di incertezza è l’unica strada da intraprendere se dopo la richiesta di rimborso nulla succede.
Vediamo come si fa.
Innanzitutto per le controversie aventi ad oggetto tributi di valore superiore a 2.582,28 euro è indispensabile l’assistenza di un difensore abilitato, come il Dottore Commercialista.
Il Presidente della Commissione (o della Sezione) o il Collegio possono ordinare alla parte di munirsi dell’assistenza tecnica, anche nei casi in cui questa non è obbligatoria.

Il ricorso deve essere notificato innanzitutto all’ufficio che ha emesso l’atto contestato mediante:
consegna diretta;
per posta, con plico raccomandato senza busta e con l’avviso di ricevimento;
a mezzo notifica di ufficiale giudiziario.
Entro 30 giorni dalla notifica all’ufficio è necessario costituirsi in giudizio depositando o trasmettendo alla Commissione tributaria provinciale copia del ricorso.ATTENZIONE

Attenzione: considerato che il processo tributario è un processo prevalentemente documentale, il ricorrente è tenuto ad esporre e depositare dettagliatamente i motivi del ricorso e la controparte è tenuta a presentare le controdeduzioni, che permettono al ricorrente di conoscere la strategia adottata. ricorso non esenta dal versamento, anche se provvisorio e in alcuni casi parziale, delle somme richieste.
La controversia è trattata di norma in “Camera di consiglio” (senza la presenza delle parti). Se una delle parti vuole che il ricorso sia discusso in udienza pubblica deve farne richiesta alla Commissione con istanza da depositare in segreteria e da notificare alle altre parti costituite nei 10 giorni liberi prima della data di trattazione. L’istanza di pubblica udienza può anche essere proposta contestualmente al ricorso.

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