di Sonia Bergamasco, Emanuele Trevi – Editori Internazionali Riuniti
Se Sonia Bergamasco ed Emanuele Trevi non avessero deciso di farne un libro, probabilmente di questo prezioso testo nessuno sarebbe venuto a conoscenza.
Sarebbe rimasto vivo, certo, il meraviglioso spettacolo teatrale scritto da entrambi, dall’omonimo titolo, che Sonia ha portato in scena in Italia e in Russia: interpretazione inedita e quanto mai suggestiva di un’Anna Karénina non solo tormentata ma anche distrutta nel vero senso della parola, un corpo che sembra smembrarsi nel tentativo di arrivare a comprendere il nucleo del suo dolore, interrogando il proprio padre creativo, Tolstòj, del quale si fa voce, in un continuo gioco di specchi tra lo scrittore in cerca d’ispirazione e il suo personaggio in cerca d’autore.
Ma il testo contenuto in questo volume non è il copione teatrale, del quale comunque possiamo seguire le tracce. È qualcosa di più ampio. È la storia dell’incontro fortunato tra Sonia, Emanuele e Giuseppe Bertolucci; il ricordo emozionante del grande regista che ha scelto di dedicare al teatro anche gli ultimi giorni della sua vita; il risultato di una serie di ossessioni artistiche, di buffe coincidenze, un libro trovato su una bancarella e un pianoforte che prende il posto di un attore sulla scena, e persino un fantasma. Il tutto tenuto insieme da un’inspiegabile certezza, la stessa che aveva tormentato Tolstòj nei lunghi e difficili anni della scrittura: Dobbiamo fare Anna Karénina.
L’opera teatrale è qui corredata da un saggio di Emanuele Trevi che ne racconta la genesi e da sei bellissime foto di scena realizzate da Cesare Accetta, dando vita a un viaggio per gli occhi, per le orecchie e per la memoria, attraverso secoli di storia e di letteratura in cui le grandi passioni umane non perdono la propria, fulgente tragicità.
Sonia Bergamasco, attrice e musicista, dopo il debutto nell’Arlecchino dei giovani di Giorgio Strehler lavora con Carmelo Bene, Theodoros Terzopoulos e Massimo Castri ed è regista e interprete di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Al cinema e in televisione ha lavorato, tra gli altri, con Liliana Cavani, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Bertolucci e Marco Tullio Giordana.
Emanuele Trevi, critico letterario e scrittore, nel 1994 pubblica Istruzioni per l’uso del lupo, una lettera sulla critica italiana, e nel 1997 Musica distante, un saggio sulle connessioni tra letteratura e concetto di bene. Il suo esordio narrativo avviene nel 2003 con I cani del nulla. Una storia vera. Nel 2005 con Senza verso, il libro reportage sul poeta Pietro Tripodo, vince il Premio Sandro Onofri. Nello stesso anno pubblica il romanzo L’onda del porto. Del 2007 è il libro-intervista con il padre Mario, psicanalista junghiano, Invasioni controllate, e nel 2009 esce Letteratura e libertà, conversazioni con Raffaele La Capria. Nel 2010 pubblica Il libro della gioia perpetua e nel 2012 è finalista al Premio Strega con Qualcosa di scritto. Scrive per le pagine della Cultura del Corriere della Sera e de il manifesto.