di Elisabetta Righi Iwanejko
Ci sono alcuni paesi nel mondo, dove il cambiamento viaggia a velocità fotonica. E' il caso del Kosovo, stato sovrano e indipendente dal 17 febbraio 2008, che è attualmente riconosciuto da 96 membri su 193 delle Nazioni Unite. Per la seconda volta una donna è stata eletta Capo dello Stato. Nell'aprile 2011 il Parlamento scelse la 36enne Atifete Jahjaga, Capo della Polizia, candidata indipendente, allo scopo di rafforzare la sicurezza e la stabilità della neonata nazione.
Oggi la nomina della 39enne Vjosa Osmani, rappresenta il termine di un impasse istituzionale determinato dalle dimissioni del Presidente in carica Hashim Thaci nel novembre 2020.
Lo storico leader della guerriglia indipendentista filo-albanese degli anni novanta, ha infatti dovuto interrompere il mandato quinquennale iniziato nell'aprile 2016, con buone possibilità di rielezione, a causa dell'accusa di crimini di guerra formulata dal Tribunale Speciale dell'Aja.
Thaci è stato arrestato ed estradato in Olanda in attesa del processo. Come accaduto ad altri personaggi serbi, croati, bosniaci protagonisti della guerra civile iugoslava, deve rispondere di vari reati tra cui pulizia etnica e strage. Fondatore dell'UCK, forza paramilitare dell'etnia albanese durante l'annessione serba del Kosovo (1992) alla dissoluzione della Federazione Iugoslava, Thaci ha ricoperto anche la carica di premier nel 1999-2000 e nel 2008-2014.
Osmani in quanto Presidente del Parlamento dal febbraio 2020, deteneva ad interim la Presidenza della Repubblica dalla rinuncia di Thaci. Docente di diritto internazionale all'Università di Pristina, la capitale, dovrà sostituire l'eroe della lotta contro la Serbia che gode di un enorme favore popolare.
Infatti Thaci, parimenti ai suoi omologhi serbi e croati, resta per il proprio popolo colui che ha realizzato il sogno dell'indipendenza.