La cultura del vintage

da | Set 28, 2016 | Filosofando

La nuova veste grafica de Il portale delle donne mi invita ad una riflessione sul rinnovamento come modalità, stato, occasione della nostra vita.
La parola stessa “rinnovarsi” ci conduce direttamente nel cuore del significato, rinnovarsi è tornare nuovi, iniziare tutto d'accapo senza per questo dimenticare ciò che è stato.

La memoria: un patrimonio troppo spesso calpestato in nome di una società che ci ha insegnato a non riabilitare ciò che è rotto, scolorito, poco decifrabile, ma ci spinge a buttare nella spazzatura qualsiasi oggetto in nome di una continua rincorsa al modello più nuovo.
Avviene con gli oggetti, basti pensare alla tecnologia, ma anche con gli esseri umani, gli anziani sono out, non capiscono il contemporaneo. Rinnovarsi non è dare una tinta di vernice al vecchio, ma lavorare perché il vecchio rinasca, perché ciò che non si usa più ritorni ad essere attuale.

L'esempio più immediato è la cultura del vintage, la valorizzazione e il commercio di prodotti d'annata, dalle auto, ai vestiti, ai gioielli. Non si tratta di indossare gli “stracci vecchi della nonna”, ma di dare valore ad un manufatto con caratteristiche peculiari e che oggi non si costruisce più a causa del commercio globale.
Indossare un abito degli anni 70', tanto per mantenersi nel campo dell'abbigliamento, vuol dire dare nuova vita ad una cultura, ad uno stile, ad un prodotto portandolo nell'oggi.

Come nelle auto del passato possiamo scorgere il deflettore, quel triangolino mobile del finestrino dell'auto che permette di cambiare aria all'abitacolo, o le canaline di scolo presenti in tutte le automobili fino a qualche decennio fa, capaci di non farci arrivare la pioggia in auto quando apriamo il finestrino o la portiera.

Il vecchio, grazie alla nuova vita, ci trasmette la testimonianza di un passato a cui ispirasi, magari per migliorare l'oggi.

Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata