Donne e uomini rappresentano la diversità, sono differenti da tanti punti di vista e non solo da quello di genere. È una realtà consolidata. Ma ci sono diversità che fanno ancora, purtroppo, paura come la diversità di orientamento sessuale, troppo spesso colpita da pregiudizio e discriminazione.
Anche la diversità considerata da tutti positiva subisce la stessa non accoglienza, pensiamo ai primi della classe o ai superdotati intellettualmente e alla loro difficile convivenza nel gruppo. In modo particolare i bambini superdotati non trovano scuole adatte a loro perché la loro straordinaria intelligenza, non adeguata all’età, è paradossalmente un handicap: per loro è difficile seguire le normali attività didattiche e socializzare con il gruppo classe perché il divario intellettuale con i coetanei rende molto difficile la condivisione. Nel “Dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé”, Alice Miller illustra la difficoltà e la discriminazione, generatrici di un pericoloso isolamento, di cui spesso questi bambini sono vittime.
Si dice che il diverso ci arricchisce, è vero, ma alla condizione che non ci faccia paura e che non ci costringa alla messa in discussione delle nostre certezze. In generale, ogniqualvolta si punta il dito, si ridicolizza o si esclude una persona diversa si rinuncia ad una relazione tra il Noi e l’Altro, in altre parole si innalza una barriera di incomunicabilità. Così quando un etero prende in giro un gay in realtà ha paura di “guardare” la componente omosessuale che esiste dentro di sé, ciò vorrebbe dire mettere a rischio di confutazione la certezza della propria eterosessualità; allo stesso modo quando chiamiamo “ciccione” un obeso è il terrore di poter diventare come lui a farci prendere così pesantemente le distanze dalla persona che ci è dinnanzi e dalla possibilità di perdere lo status di magri, propagandato e istituzionalizzato dal nostro modello culturale come il migliore.
E allora per i diversi in generale non c'è alcuna possibilità di armonica integrazione? Apparentemente può sembrare così e spesso lo è, ma se ci mettessimo ad osservare con una visione meno ridotta ed una ri-trovata propensione ad uno sguardo d’insieme, ci accorgeremmo che il diverso non esiste. Esiste solo l’essere umano, simile ma uguale agli altri, che comunica con il corpo, con le parole, con i gesti, con la mimica facciale, con le posture del corpo, con il pianto…..e con il sesso. Gli strumenti umani di espressione sono vari, gli uomini sono miliardi, le possibilità di relazione dell’essere-nel-mondo sono quasi infinite, perciò essere omosessuale, obeso o superintelligente sono solo tre modalità dell’esistenza. Questa è la strada da percorrere per eliminare barriere, stanchi pregiudizi e vuote apologie della diversità.
Maria Giovanna Farina