“La donna è mia e guai a chi me la tocca! ”Ovvero” non desiderare la donna d’altri”

da | Mag 16, 2025 | Dietro la lente

Sembra quasi un titolo da una cronaca di femminicidio, invece è la lamentela di un mio caro paziente. E frequentemente di miei amici uomini, gelosi o forse più possessivi che altro.

Chiamerò Ulisse il mio paziente, per evitare non solo che si riconosca, ma perché in psicoterapia si fa il viaggio alla conquista o la riconquista di sé stessi. Ulisse è il protagonista dell’Odissea, racconto epico scritto da Omero. Per poi trasformare ciò che il sintomo ha rivelato, conflitti e angosce con i nostri legami in una realtà condivisibile, in un discorso comune.
Eh sì perché la gelosia è un discorso che separa e allontana non solo noi donne dai nostri uomini, ma che fa pensare che la donna è una “proprietà” del compagno, deve fare ciò che fa più piacere all’uomo.

Così Ulisse mi ha detto: “Perché Penelope non sta sempre con me?” Forse per una diversa cultura o intelligenza? Perché è interessata ad altri uomini o alle sue amiche di Burraco?
Si tratta però di una questione grave per Ulisse, che viene a porre a me in studio. Lo fa perché la cosa dice gli crea disagio, fastidio, rabbia, perché la sua donna è libera o così mostra di essere. Che non riesce a gestire e vuole che io l’aiuti a farlo.

Allora gli propongo un testo di Freud: “Totem e tabù” in cui viene descritto il potere simbolico del padre. Perché chi altro è se non il nostro papà, quando la nostra mamma diventa a noi interdetta? Nel complesso edipico, infatti, per diventare eterosessuali si supera l’innamoramento, in poche parole, per la mamma, con l’intevento normativo simbolico paterno. Vi ricordate quando da piccoli vogliamo sposare il nostro papà o, a seconda dei casi, la nostra mamma?
Tuttavia è un padre che approva i legami con le altre donne, e dice: ”Sì, questo è lecito, amare così va bene.” Ma chi è il padre se non un rivale in amore dunque? Colui che si prende il nostro affetto più esclusivo, Lei, Penelope per Ulisse, l’oggetto della contesa più bellicosa della storia.

E come non ricordare le battaglie per riconquistare Elena di Troia, personaggio mitico dell’Odissea!? Tuttavia simbolicamente, almeno per il mio paziente Ulisse, la sua donna è proprio contesa da un padre usurpatore…
Dopo che gli ho proposto questa interpretazione sul padre totemico dello psicoanalista Sigmund Freud, il mio paziente abiura, ovvero “depone le sue armi”, almeno quelle della diffidenza e del sospetto. E sembra contento perché, almeno razionalmente penso, o forse anche inconsciamente, capisce che si deve contemplare un Altro anche in competizione con lui, magari un ipotetico padre, ma uscire vittoriosi da questa guerra.

Con una Penelope che gestisce complimenti e interessamenti.
Chissà, probabilmente Penelope, la fidanzata di Ulisse, conosce sé stessa e sa e decide a chi dare il proprio amore e Ulisse ancora non lo sa fino in fondo…!