Non solo i familiari possono essere chiamati ad assistere il minore vittima di abusi sessuali. Può essere nominata ausiliare in sede di incidente probatorio anche la maestra che per prima è venuta a conoscenza degli abusi. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza n. 16854 di oggi, respingendo il ricorso di un ragazzo accusato di aver abusato sessualmente della sorella disabile. Il giovane contestava la scelta del giudice di primo grado di nominare come ausiliaria in sede di incidente probatorio la maestra di sostegno della piccola, invece di chiamare la madre della bambina. La madre era però ritenuta non adatta a tutelare gli interessi della figlia, essendo di fatto coinvolto nel procedimento l’altro figlio, e, per la delicata natura della vicenda familiare, si era scelto di nominare l’insegnate di sostegno, che era la persona cui la piccola si era rivolta per prima raccontandole i fatti e dimostrandole fiducia. La Suprema Corte ha mostrato di condividere questa scelta affermando che “In presenza di persone offese minori di età, sono obbligatorie specifiche forme di "assistenza affettiva e psicologica" che possono essere costituite non solo dalla presenza di un familiare ma anche di altra persona idonea in sede di svolgimento di atti processuali che comportano il coinvolgimento diretto della persona offesa”.