di Elisabetta Righi Iwanejko
“…Le Mele d'Oro, – dichiarò – Lella Golfo Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, mentre ricevevo il prestigioso premio nel 1999 – sono le migliori energie e promesse del Paese, sono donne che hanno raggiunto grandi e importanti traguardi, rappresentano la speranza ed il futuro della nostra economia, della nostra cultura, sono le migliori ambasciatrici nel mondo dell'Italia che produce e lavora…”
“Le Donne oggi sono protagoniste assolute, al centro della ripartenza. Veniamo da un periodo duro, mesi e mesi che hanno visto crollare certezze, abitudini consolidate e punti di riferimento e che il Premio Marisa Bellisario sia rimasto lì, una roccia in mezzo al tornado, è confortante ed è anche un punto di orgoglio.” Stiamo attraversando questo periodo di emergenza sanitaria e di conseguenza di emergenza economica come la storia dei nostri grandi Paesi ci insegna, con la determinazione, la tenacia che siamo sempre state capaci di mettere in campo anche nei momenti più bui. È adesso che va programmata la ripartenza dopo la pandemia. Servono capacità, idee innovative, coraggio. Ma anche tanto ottimismo, componente fondamentale per poter superare le complesse prove che ci aspettano nel prossimo futuro.
È questo il messaggio della 33°edizione del Premio Bellisario “Donne che fanno la differenza” che si svolgerà a Roma il 1° luglio nella sede ammiraglia della RAI. Si rinnova anche la tradizione dell’incontro delle Mele d’Oro con il Presidente della Repubblica e sarà un’emozione venata di malinconia: l’ultima volta al Quirinale con Sergio Mattarella. Un capo dello Stato che per le donne si è speso tanto e bene e che nei confronti della Fondazione Marisa Bellisario ha sempre avuto un’attenzione speciale. “L’oscar delle donne” verrà assegnato a imprenditrici, scienziate, manager, giornaliste, giovani laureate Stem. Donne che hanno conquistato ruoli apicali nei rispettivi settori. Il loro esempio, da sempre, ci indica la via verso il futuro che vogliamo.
Il Premio è il riconoscimento ideato nel 1989 da Lella Golfo, per ricordare l’imprenditrice italiana prematuramente scomparsa. Mi piace ricordare che la “Mela d’oro”, simbolo dell’eccellenza femminile, fu realizzata da un orafo trentino Settimio Tamanini noto come “Mastro7” ed ispirata alla mela cotogna una mela speciale, non manipolata dall’uomo con innesti ed incroci ma usata per dolci e confetture raffinate. E’ un frutto che si addice ad una donna con grande personalità, proprio come le donne premiate dalla Fondazione.
Donne che sono diventate protagoniste nelle rispettive professioni imponendosi soprattutto sugli uomini che da sempre prevalgono nei centri di formulazione delle decisioni politiche, economiche, sociali. Un’affermazione che è stata conseguita accettando in primis le regole deliberate da altri. Una sfida difficile e complessa che queste donne hanno vinto, dovendo anche contrastare purtroppo la rivalità femminile.
Sembrerà paradossale ma oltre al sesso maschile, le donne hanno dovuto combattere per emergere contro altre donne che, essendo consapevoli di avere limiti e deficienze, pretendevano un livellamento verso il basso di tutto il genere femminile. Per questo motivo le donne insignite della “Mela d’Oro” sono state appunto denominate “Donne ad alta quota”, ossia donne che hanno raggiunto i vertici delle proprie sfere di competenza con determinazione, professionalità, dirittura morale, passione, dedizione. Uno spirito intrinseco di donne, madri, figlie, mogli che ha lasciato un segno profondo e indelebile nel processo di emancipazione femminile di una società altamente maschilista come quella italiana così come quella sammarinese.
Sottolineare tale peculiarità non corrisponde ad una mera enfatizzazione dei progressi compiuti dalle donne, bensì precisare la genesi del cambiamento delle relazioni tra uomo e donna nella nostra società. Un cammino estenuante, complicato, laborioso che ha tracciato un inequivocabile fil rouge, ovvero il valore aggiunto che le donne costituiscono nella moderna realtà contrassegnata da un panorama mondiale globalizzato e multietnico. Una riflessione che ci impone oggi di non considerare più la diversità tra uomo e donna, ma esclusivamente la differenziazione tra persone. Riconoscere in maniera incontrovertibile questo assunto concettuale rappresenta un passo in avanti di enorme importanza.
Da cittadina italo-sammarinese, considero motivo di grande orgoglio il riconoscimento ricevuto nel 1999, perfettamente consapevole della responsabilità che l’investitura ricevuta mi aveva assegnato. Il Premio non è stato un punto d’arrivo ma di partenza da cui procedere per dare esecuzione al mandato fiduciario conferitomi dalla Fondazione.
Credo fermamente che solo arricchendo costantemente il nostro patrimonio professionale ed umano, le donne possano aspirare a recitare un ruolo di primo piano nell’economia, nella politica, nell’impresa, per creare una nuova “cultura del lavoro”. Per questo negli anni ho intensificato la mia attività di formazione partecipando alle numerose opportunità create dalla Fondazione Bellisario, dove formazione, aggiornamento e confronto, continuano a rappresentare ancora oggi efficaci strumenti di crescita personale. E, un esempio tra i tanti, è proprio grazie a Lella Golfo che il 28 giugno del 2011, data storica per noi della grande famiglia “Bellisario”, veniva approvata in Parlamento la Legge * sulle quote di genere della quale celebriamo il 10° anniversario. Le quote rosa, tanto bistrattate e contrariate, sono state l'unico strumento per scardinare la prevaricazione culturale e prevalentemente maschile. Con questa legge, la nostra Presidente, ha introdotto “forzatamente” il merito della leadership femminile che continuava a rimanere ai bordi, senza mai emergere. Una legge di civiltà a tutela dell'occupazione femminile e del ruolo delle donne nelle aziende.
In tante abbiamo vissuto le stesse emozioni condividendole, così come l'impegno enorme per raggiungere l'obbiettivo, con contrasti, con gelosie e con alcune riserve politiche …però la costanza e la determinazione della Presidente Golfo hanno convinto anche i dubbiosi … il tempo, come spesso accade, è garante…e non solo la Fondazione ha potuto trarne il valore, ma tutte le Donne, che pur avevano i titoli e la professionalità, hanno avuto molte porte aperte, alcune non ancora … ma unite ce la faremo!
Anche per questo la formazione andrebbe estesa, oggi più che mai, anche alle categorie manageriali e dirigenziali della Repubblica di San Marino ma direi che nell’antica terra della Libertà è tutto il pianeta-donna che necessita di essere rivalutato nelle sue enormi potenzialità creative e professionali e di essere indirizzato verso le nuove frontiere del mondo del lavoro, spezzando con ciò l’ormai anacronistica credenza che vuole la donna eternamente relegata nell’ambito degli indirizzi scolastici, dei mestieri e delle professioni, per così dire, tradizionali.
* Con la legge sopra citata entrata in vigore 12 luglio 2011, n. 120 sono state apportate significative modifiche al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, allo scopo di tutelare la parità di genere nell'accesso agli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati. La legge, preso atto della situazione di cronico squilibrio nella rappresentanza dei generi nelle posizioni di vertice delle predette imprese, intende riequilibrare a favore delle donne l'accesso agli organi apicali.