La nave delle cicale operose. Una narrazione
di Anna Santoro
ed. Robin
Navi che arrivano, altre che partono. A spostarsi sono donne e uomini che puntano alla costruzione di un nuovo vivere. Anna Santoro le chiama cicale operose, persone cioè che amano la vita e l’impegno di costruirla, prive della vocazione al comando propria delle distruttive formiche. Grazie a una scrittura appassionata, incalzante e cruda ma anche tenera e divertita, l’autrice rappresenta, attraverso le vicende dei suoi protagonisti (Dora, Mita, Giò, Gennaro, Mena, Annamaria e Daniele, Pasquale e Rosaria, Roberto e Elisa, Risella e Peppe, Andrea e Francesca), avvenimenti ambienti sapori e gesti, che ci riportano il clima e la mentalità dei primi anni del ‘900 la guerra il dopoguerra la lotta per la casa a Napoli la freschezza e la drammaticità del ’68 l’emigrazione in Germania il movimento femminista un viaggio in America la strage di Bologna il terremoto a Napoli le elezioni dei sindaci del ’93 l’avvento della destra al governo l’11 settembre la guerra, e anche l’uscita di film libri spettacoli, tutte tappe importanti di crescita. Fino ad arrivare ai primi anni del 2000. A questo punto, la narrazione si ferma, e gli eventi sono mostrati nel loro svolgersi, alla ricerca del senso del vivere, il che, per i protagonisti più avanti negli anni, è occasione di rilettura delle cose, e, per i più giovani, di scelte e di rinnovato slancio. Tra scontri e incontri generazionali, angosce interrogativi dubbi, ancora una volta il mare il viaggio la nave (centro della narrazione è Napoli)…