La pancia dell'America

da | Nov 9, 2016 | Editoriali

mercoledì 9 Novembre 2016, ore 9.42

Dopo essere andati aletto (lasciando ai conduttori e agli ospiti, ben pagati, dei talk televisivi di stare in piedi tutta notte) con una certa ansia, quella che viene a chi si sente partecipe del mondo e non solo dei propri metri quadri, per i risultati delle elezioni americane, dopo essersi svegliati il prima possibile per sentire le notizie, ebbene ecco fatto!

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti.
I commenti politici, le valutazioni analitiche, le reazioni monetarie, la parole apocalittiche o speranzose le lasciamo a chi meglio di chi scrive ha il senso e la responsabilità diretta.

A chi, come ancora una volta, si limita a scrivere e descrivere d’impulso il proprio stato d’animo, alcune riflessioni.
Intanto, a Radio anch’io su Rai uno, il Presidente Emerito Napolitano ha parlato come di un fatto eccezionale questo risultato, mi è venuto subito in mente il genocidio che sta avvenendo in medio oriente, quello si una fatto di gravità eccezionale a cui ancora oggi non si trovano risposte per porvi fine. La morte di individui, uomini e donne, tanti bambini, mentre ci si interroga sul risultato di un referendum, di un dopo referendum, dell’Europa, del presidente americano, pare non essere un fatto eccezionale se non invece dipendente da tattiche politiche, di potere e di economie orrendamente sommerse o coperte da interessi altri.

Perché l’elezione del presidente americano, avvenuta in modo democratico, non è eccezionale ma un fatto. Da cui trarre indicazioni, suggerimenti, valutazioni, da fare riflettere. Qualcuno dice che condizionerà il futuro del mondo. Ma non doveva essere così anche quando è nata l’Unione europea? Mi pare che di volta in volta i nuovi poteri decisionali della politica si scompongano, compongano e aggiustino per i propri interessi. Che il genocidio continui.

L’altro dato che ha deluso è sicuramente avere pensato che l’altra candidata a queste elezioni, Hillary Clinton, potesse vincere in quanto donna.
Intanto, donna si ma soprattutto politica di primo piano, sicuramente legata agli ambienti di potere a cui si accede non per genere ma per capacità e potere economico.
La Clinton non è la piccola fiammiferaia. E’ una donna di eccezionali capacità, che ha dimostrato fin da quando ha lavorato dietro le quinte con il marito, meglio del marito dice qualcuno, alla Casa Bianca quando lui era Presidente; quando ha svolto , con qualche ombra, l’importantissimo incarico di Segretario di Stato. Lo è stata in questa campagna elettorale, sostenendo colpi bassi sia a livello politico che personale e utilizzandoli contro l’altro candidato. Insomma la Clinton è una donna tosta, intelligente, colta ma non pensiamo che non sia aliena da compromessi. Stiamo parlando della Casa Bianca mica di dirigere una Usl di un quartiere (dove pretendiamo onestà).

Essere donna non può essere considerata una scorciatoia e le donne non sono così suggestionabili come qualcuno pensa. Forse, ad esse, la gestione di tutto questo potere non le ha neanche affascinate, perché Hillary rappresenta l’altra faccia dell’essere femminile, quello cui le donne aspirano da sempre ma che quasi mai hanno raggiunto.

Marta Ajò