“Specchio delle mie brame che è la più bella del reame?” “Sei tu mia regina!” Al di là della fiaba che tutti conosciamo questo breve dialogo di Grimilde con se stessa ci indica il potere della bellezza e la lotta per mantenere il primato. Una lotta culturale che ci viene somministrata con le fiabe insieme al latte, fin dall'infanzia: non c'è da stupirci se poi dall'adolescenza e, ahimè a volte ancor prima, entriamo nella spirale trituratrice di una bellezza agognata e bramata più di ogni altra cosa.
Fermiamoci a riflettere un attimo: d'accordo la bellezza sfonda molte porte, ma non possiamo concentrarci solo su questo soprattutto se non siamo delle bellone. Devo per forza dirvi che essere belle non è tutto, che la bellezza è soggettiva ed effimera, che non esistono canoni prestabiliti a tavolino…ma questo apparentemente non sembra vero e le giovani donne che si affacciano alla vita devono fare i conti con tutto ciò.
Allora vi racconto una storia, una storia vera e non quella di Biancaneve. C'era una volta una ragazza che nell'adolescenza si innamora di un bellissimo ragazzo, lui naturalmente più grande e bellissimo non la nota nemmeno e le sue accompagnatrici sono, tanto per fare il quadro completo, solo delle Barbie viventi. Lei soffre, poi si rassegna e pensa che mai potrà destare in lui il minimo interesse, ma tutto cambia quando pur non essendo diventata bella lo conquista.
Come ha fatto? Ha valorizzato se stessa e, acquisendo fiducia nelle proprie risorse, ha imparato che ogni donna deve prima lavorare e valorizzare la propria personale bellezza attraverso trucco e abbigliamento, poi, soprattutto, non fermarsi solo sulle misure e sul nasino: può se-durre con l'intelligenza. Naturalmente se ha voglia di usarla.
Maria Giovanna Farina ©Riproduzione riservata