Vorrei innanzitutto mettere in luce che Alba è una bambina di circa 7 anni, biondina e vivace, il cui padre adottivo è Luca Trapanese, imprenditore nel settore sociale napoletano, assessore dal 2021 alle Politiche sociali del Comune di Napoli.
La sua storia è legata alla sua psicopatologia. Infatti, è nata affetta dalla Sindrome di Down.
Ci troviamo dunque ad avere a che fare con una protagonista di social e con una storia di un affido di un single omosessuale. Eh sì, perché Luca non ha difficoltà a presentarsi e diventare paladino di leggi che permettono di adottare anche se non si è conviventi con una donna.
Una storia che non può sfuggire in questa rubrica di analisi psicologica in cui scrivo da tempo .
Se dovessi comparare ciò che ho studiato, a proposito di personalità-sofferenza che appartiene ad Alba, dovrei ricordare che di solito i pazienti con questa patologia sono tra i più intelligenti. Oltretutto sono descritti come socievoli, interattivi, più comunicativi di altri.
E Alba è tutto questo, soprattutto grazie a Luca .
Un padre che le dà costantemente la possibilità di frequentare la scuola primaria, così come corsi educativi, musicali, cucito, ed è affiancata da un logopedista esperto. Altrettanto importante e formativa in questo percorso è la personalità di questo “Mammo” Luca, che fa emergere, credendoci fortemente, ogni possibilità ed ogni risorsa a disposizione di questi bambini.
E’ l’amore che segna questa storia di “vita storta”, per citare un passo del Vangelo. Ciò che ci fa elogiare il fallimento, che rende l’errore un magico incidente, un evento che prospetta nuove soluzioni di vita (Cfr. “Elogio del fallimento” scritto da Massimo Recalcati, psicoanalista italiano ha scritto due libri sul desiderio in chiave di esegesi del testo evangelico alla riscoperta di quello della psicoanalisi).
Vedere insieme Alba con il padre o con parenti e amici, al mare come in campagna, fa apparire Luca quasi un’ autorità in fatto di educazione.
Alba è diventata tenera e dolce, ma a volte è irrequieta, puro “argento vivo”. Luca le ha insegnato che si cresce decisamente meglio in armonia con gli altri, che lui, anche se è l’unico genitore, non è esclusivo.
E qui devo riprendere i manuali di supervisione psicologica per pensare che i genitori di pazienti simili dovrebbero essere di norma frustrati, nervosi, privi di gioia di vivere perché la psicopatologia di un figlio non può che spegnere l’altro. Invece con Alba e Luca è successo il contrario. Il padre è puro ottimismo e capacità di donare la gioia della vita trasmettendola alla figlia e visibilmente agli altri.
L’amore ha guidato all’amore ed entrambi, Alba e Luca, con il loro esempio, la loro storia, trasmettono il senso di cosa significhi amare la vita.