L’amara verità delle donne cisgiordane, di Consuelo Tosciri

da | Giu 16, 2011 | L'opinione

L’amara verità delle donne cisgiordane, di Consuelo Tosciri (GenioDonna) 

L’ultimo incontro alla Facoltà di Giurisprudenza ha proposto all’attenzione la situazione delle donne in India, per il corso “Il corpo delle donne tra tradizione e modernità”.  Questo mi ha fatto tornare alla mente un libro che ho letto poco tempo fa intitolato “Bruciata viva” di Suad, pseudonimo dietro al quale si cela l’autrice che vive in Cisgiordania.

E’ la storia vera di Suad, che all’età di diciannove anni infrange le regole del mondo dove vive e in cui è prigioniera. Suad  si innamora di un uomo d’affari che un giorno le propone di vedersi di nascosto dal padre  per fare l’amore e, per convincerla, le promette di sposarla.  Suad scopre, dopo un pò di tempo, di essere rimasta incinta. L’unico modo per salvarsi dalla lapidazione è quello di sposarsi subito: ma quando cerca di mettersi in contatto con l’uomo, questi la evita e rifiuta di prenderla in moglie accusandola di averlo circuito.

La famiglia di Suad, per preservare l’onore di fronte alla società, la condanna a morte com’è tradizione nel suo paese (le donne che restano incinte di un uomo che poi non le vuole sposare è meglio che siano bruciate o lapidate). A darle fuoco è il cognato: Suad non si rende conto di come il il parente possa averle dato fuoco, sa solo che ha cercato disperatamente di spegnere le fiamme che le hanno avvolto le spalle e il viso, che finisce deturpato dalle fiamme.

Suad riesce a  lasciare la Cisgiordania, con una maschera che le nasconde il volto martoriato, grazie a un’associazione umanitaria occidentale che le ha dato la possibilità di rifarsi una vita, rimanendo però  nell’anonimato per evitare che la famiglia la possa rintracciare e "finire il lavoro".
Ora vive in Europa, in una località segreta, con un marito, due figlie e il bambino, ora adulto, che portava in grembo quando è stata bruciata.?La triste e crudele realtà del mondo di Suad si basa sulla legge degli uomini che odiano, umiliano e disprezzano le donne.

Della testimonianza di Suad mi hanno sconvolto il racconto di una vita dedicata al lavoro nei campi ricevendone in cambio non ringraziamenti ma solo rimproveri, violenza, odio, parole umilianti e minacce di morte; l’impossibilità per una donna di uscire senza essere accompagnata da un uomo della famiglia; la costrizione per le madri di uccidere le figlie in “esubero” perché due o tre femmine sono sufficienti per i lavori domestici e nei campi; l’odio che le donne hanno contro se stesse e la condanna a cui sono sottoposte, quelle che osano rischiare la libertà.

Tutto questo perché? Perché sono nate donne e essere donne è una maledizione.

Consuelo Tosciri è una studentessa del secondo anno della facoltà di Scienze della Mediazione Interlinguistica eInterculturale dell’università dell’Insubria di Como, partecipa con interesse agli incontri “Il corpo delle donne tra tradizioni e modernità”.