L’amica impicciona

da | Nov 30, 2010 | Filosofando

L’amica impicciona

 

Chi si intromette arbitrariamente nella vita altrui senza che nulla gli sia richiesto non viene visto di buon occhio. Per difenderci nel migliore dei modi dobbiamo distinguere tra l’amica cosiddetta impicciona e chi si intromette sentendosi in qualche modo autorizzata. La prima, l’impicciona, è mossa dalla forte e morbosa curiosità per i fatti altrui allo scopo di riempire una vita spesso poco gratificante e povera di emozioni. Parlare dei fatti degli altri sposta dalle problematiche individuali, è un vero e proprio diversivo. Per allontanare l’indiscreta è necessaria un po’ della sua sfrontatezza e senza mezzi termini dobbiamo dirgli, in modo più o meno colorito, “Fatti i fatti tuoi!” senza demordere se la nostra ficcanaso non si dovesse arrendere al primo invito. Invece il secondo caso, quello dell’impicciona auto-autorizzata, è più difficile da gestire perché abbiamo anche noi una certa responsabilità nel aver più o meno favorito il suo comportamento. Pensiamo al caso in cui abbiamo chiesto un prestito di denaro, o un favore di un certo peso, ad un amica proprio in quel momento della vita in cui le cose non andavano tanto bene, gli abbiamo raccontato il nostro problema e lei con molto calore si è mostrata solidale e comprensiva tanto da farci il prestito senza interessi. Ci siamo sentite risollevate e le siamo molto grate. Dopo un po’ le abbiamo restituito la somma con mille ringraziamenti. Accade però che col tempo questa nostra “benefattrice” continui a mostrarsi troppo solidale e oltre a chiederci come vanno le cose, inizi a dare consigli su come gestire la casa, come educare i figli fino a criticarci se ci concediamo il piacere di un diversivo, un abito in più, il parrucchiere… Si giunge a sentirsi prigionieri di questa situazione, a sentirsi in eterno obbligo perché un giorno fu generosa con noi e in virtù di questo ingoiamo bocconi amari. Come possiamo liberarci da questo legame capestro? Uscendo dalla logica dell’eterna gratitudine perché il vero benefattore, quello che ti aiuta con vera generosità, non chiede continui ringraziamenti, non dà per avere. Il dare per avere, do ut des, è l’esatto opposto della generosità ed è un concetto ben espresso dal filosofo Marco Tullio Cicerone nel suo libro l’Amicizia. In questo interessante scritto ci fornisce suggerimenti molto attuali se si pensa che furono scritti da un uomo nato nel 106 a. C.! Tornando alla nostra amica impicciona, dopo averle spiegato tutto quanto considerato fin qui, se non la capisce non sentiamoci in colpa nel pronunciare: “Ma fatti gli affari tuoi”.

Maria Giovanna Farina