di Maria Giovanna Farina
L’amore di coppia diventa nostalgia quando la vita costringe alla solitudine e, seppur in una casa di riposo di lusso si trascorra agevolmente l’età in cui il rallentamento dell’esistenza è una consuetudine, il ricordo della vita di un tempo riconduce all'attività frenetica della giovinezza ed ora la sua terribile mancanza diventa insopportabile.
Il caso di Sandro, un anziano e malato signore obbligato a trascorrere gli ultimi anni seduto a causa di una paralisi alle gambe, diventa il simbolo del bisogno umano di amare. Anche se la salute cagionevole e l’età matura impediscono i movimenti del corpo, il cuore vive la sua continua giovinezza e desidera non smettere mai di battere per l’amore. Mi ha colpito il suo racconto, quello di un passato ricco di emozioni, di incontri, di lavoro appassionante e di un matrimonio felice. Poi la solitudine, il tormento di una senescenza buia aspettando la fine su una sedia a rotelle. Il desiderio di nuove esperienze conduce però Sandro a ripensare l’amore con grande intensità, a volere per sé una nuova occasione conscio di quanto sia però complicato ritornare a vivere fino in fondo. Nonostante l’obbligo di rimanere in casa di riposo – Perché devo riposarmi? – mi sussurra – qui sono parcheggiato in attesa dell’ultimo respiro e poi avrò tempo per riposare…
La caparbietà e un pizzico di fortuna hanno regalato a Sandro una bella vittoria sulla solitudine del cuore: proprio in quel luogo di “detenzione”, come lo ha sempre definito, ha incontrato la libertà di amare. Non gli ho chiesto se fosse innamorato, credo di averlo compreso dalla nuova luce nei suoi occhi sorta quando vicino alla sua poltrona è comparsa Rosalba
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