Le parole e i corpi

da | Dic 6, 2018 | Consigli di lettura

di Maria Luisa Boccia – Ediesse ed.

“Vi è anche una motivazione [ nell’aver composto questo libro ] legata al contesto attuale, contrassegnato dalla presenza di un movimento femminista, del quale sono protagoniste le generazioni giovani. Mi riferisco innanzitutto a «Non una di meno» e a «#Metoo», ma anche ad una più estesa e composita realtà di gruppi, centri, associazioni che operano nei luoghi e negli ambiti più diversi dell’esperienza. È una realtà che viene spesso definita come «nuovo» femminismo, proprio per marcare la discontinuità con il femminismo degli anni Settanta. Personalmente questo accento sul nuovo mi è risuonato come una «chiamata» alla mia generazione femminista a dare conto di sé: si può infatti parlare di «neo» femminismo, solo se si è consapevoli, vecchie e nuove generazioni, di cosa abbiamo in comune e quali sono le differenze. Senza individuare la prima dimensione, infatti, non si può neppure stabilire la discontinuità. Ma non è questo il compito che mi sono proposta, quanto quello di corrispondere a quella «chiamata»; dando conto, per me e dunque in modo parziale, del femminismo della differenza che ho praticato nel pensiero e nella politica. Anche per capire se e come è possibile metterlo in relazione con altri femminismi, non solo quello più recente. Ripercorrere alcune delle tappe più significative del mio percorso è stato un modo per riflettere sulle politiche comuni tra femministe differenti.
Faccio una premessa. I «femminismi», al plurale, non vanno intesi come sistemi di pensiero compiuti, finiti; come tali, inevitabilmente alternativi tra loro. Non lo dico per conciliare le diverse tendenze, tanto meno per ricondurle tutte in un indistinto alveo ideologico. Fare del femminismo un’ideologia, è infatti la mossa di chi vuole addomesticarlo; rendendolo compatibile con l’ordine esistente”. M.L.Boccia