di Giulia Griseri
La narrazione si alterna tra passato e presente: nei dialoghi tra la protagonista e l'amica Rebecca, emergono improvvisi flashback, che fanno luce sui dolorosi eventi che hanno segnato la personalità di Alice. Le due donne si sostengono a vicenda nella ricerca della serenità e di una nuova forza interiore, ma la superficialità di alcuni individui, che il destino fa loro incontrare, le riporta al punto di partenza, come in un gioco sadico e perverso.
I traumi sono come solchi in un deserto, improvvise prigioni interiori che bloccano la protagonista anche durante il sonno, con terrificanti paralisi ipnagogiche. Questa immobilità nasce dal controverso rapporto con i genitori: i sentimenti rivolti verso una madre anaffettiva diventano corde invisibili che soffocano un bisogno di amore regredito alla fase embrionale. La comunicazione è ridotta a una fredda consapevolezza, senza alcun nutrimento emotivo.