Egr. Presidente,
si sono concluse da poco le elezioni politiche e il prezzo pagato dalle donne è altissimo, complice una legge elettorale che solo sulla carta garantisce una rappresentanza paritaria nei collegi elettorali.
In 20 anni di legislatura, per la prima volta ci troviamo di fronte ad un calo nei risultati elettorali rispetto alla parità di genere: le donne elette in Parlamento, infatti, sono il 31%, rispetto al 35% delle elezioni del 2018. Non solo, le elettrici nelle ultime elezioni politiche hanno anche votato meno: l’affluenza maschile alle urne, infatti, è stata più alta. Un dato questo che non può passare in secondo piano e che invita ad una profonda riflessione sul perché in un periodo in cui il protagonismo femminile è stato determinante nell’affrontare l’emergenza pandemica e non solo, le donne non hanno sentito la necessità di far sentire la loro voce attraverso un processo democratico qual è l’esercizio del voto.
La futura visione del nostro Paese non può far a meno del talento e del protagonismo femminile, non può essere una visione solo a trazione maschile.
Ci pensi soprattutto nella fase della scelta dei rappresentanti del suo futuro governo.
Come associazione femminile e femminista non possiamo, inoltre, non mostrarle la nostra preoccupazione circa il nostro futuro, il futuro delle nostre conquiste e dei nostri diritti.
Come associazione femminile e femminista promuoviamo con coraggio il protagonismo delle donne con politiche di valorizzazione delle carriere femminili, convinte che talento, energie e competenze sono necessari per uno sviluppo equo, sostenibile e resiliente dell’intero Paese. Una visione nuova che, insieme agli investimenti inediti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, permetterà di attivare, a tutti i livelli, quel potenziale ancora troppo inespresso rappresentato dal talento delle donne.
Come associazione femminile e femminista riteniamo fondamentale combattere ogni forma di discriminazione basata sul genere per garantire pari opportunità nel mercato del lavoro. In un contesto come quello italiano – caratterizzato da bassi livelli di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e da differenze di retribuzione a svantaggio delle donne – il monitoraggio, la promozione e il sostegno alle pari opportunità devono essere strategici.
Le chiediamo, pertanto, di occuparsi con particolare attenzione delle politiche femminili e di genere tenendo bene in conto che non tutte le donne sono madri o possono essere madri, e non per questo sono meno donne!
Auspichiamo quindi un Ministero delle Pari Opportunità separato dalla delega alla Famiglia, convinte che oggi: si può essere donna, senza essere madri, si può essere donna in carriera pur essendo madri!
Buon lavoro,l’aspettiamo al prossimo incontro degli Stati Generali delle Donne.
Isa Maggi Statigeneralidonne coordinatrice nazionale Stati Generali delle Donne
Maria Teresa Lippiello coordinatrice Regione Campania Stati Generali delle Donne, comitato scientifico Stati Generali delle Donne