14-1-2015
Cara Emma,
qualche giorno fa ai microfoni di Radio Radicale, hai rivelato di avere un tumore al polmone e di dover subire un lungo e complesso trattamento di chemioterapia che durerà almeno sei mesi. Nel darne l’annuncio, ti sei rivolta agli operatori dei media pregandoli di avere rispetto e discrezione della situazione e di non giocare con falsi “scoop”, illazioni, indagini su un fatto che è drammaticamente e assolutamente privato.
Noi non siamo fra questi.
Siamo invece quelle donne, amiche e compagne di un lungo viaggio fatto insieme o a
fianco, di lunghe battaglie, alcune vittoriose, il cui merito spesso è riconducibile alla tua attività ed al tuo impegno.
Non vogliamo ricordarle tutte, né tantomeno sottolineare tutti gli importanti incarichi da te rivestiti, perché ci sembrerebbe di dover commemorare qualcuno che non c’è più.
Per noi tutte, Emma c’è e ci sarà.
Lo hai affermato tu stessa nel dichiarare che non ti sottrarrai al tuo impegno, che hai definito una “Passione politica” da cui non ci si può dimettere. Anche se, ovviamente, dovrai organizzare le tue attività “in base alle esigenze mediche cui è necessario dare in questo momento una priorità assoluta”.
Figurati Emma!
Quante di noi hanno dovuto dare priorità, di volta in volta, a qualcosa d’incondivisibile.
Noi donne siamo anche abituate a dare spesso priorità a qualcosa che riguarda altri, lo sappiamo bene, cercando sempre il modo di non perdere i nostri obiettivi, senza sottrarci a quelli che ritenevamo (o ci hanno obbligato a considerare tali) i nostri doveri.
Ma qualche volta è necessario fermarsi.
La nostra è una preghiera che ti facciamo, con affetto ed egoismo insieme. Perché, per potere continuare a stare al nostro fianco, darci la carica di sempre, le tue preziose e ricche analisi, la tua priorità di oggi e il tuo dovere per il domani è quello di curarti.
Ci colpisce l’ingiustizia che capiti proprio in un momento in cui avremmo volentieri lottato per te, a fianco a te, come presenza qualificata al Quirinale.
Ma se mai qualcuno dovesse pensare che questo “incidente di percorso” ti abbia eliminato dalla scena politica si sbaglia di grosso.
Perché, per come sei fatta tu, le battaglie migliori le hai fatte fuori dai confini istituzionali. Se oggi salti un passaggio, domani potrebbe esserci una nuova conquista.
Cara Emma,
il Partito Radicale, di cui sei una dirigente storica, ti deve tantissimo. Con la solita generosità che ha contraddistinto il tuo lungo impegno, hai voluto cogliere anche questa occasione per fare un appello, con parole semplici e belle, ai tuoi sostenitori perché tramutino il loro affetto per te in sostegno per esso: “Spero che il vostro affetto e incoraggiamento si trasformino in iscrizioni ai radicali e al Partito Radicale, che possono essere simpatici o meno, non li avete mai apprezzati moltissimo, ma forse è arrivato il momento di dirvi che le battaglie che portiamo avanti, che portano avanti, magari oggi sembrano marginali ma invece sono fondamentali per la vita di tutti e per la democrazia, in particolare in questo momento così difficile per il mondo. Vi ringrazio tutti quanti e spero che magari per una volta mi ascoltiate sul serio”.
Cara Emma,
le battaglie che hai portato avanti sono anche le nostre. Quante volte ci siamo ritrovate vicine in piazza, in seminari, riunioni ecc. La nostra è un’eredità comune piena di cose che abbiamo fatto o appreso insieme ma che tu hai rappresentato all’esterno con maggiore autorevolezza.
Cara Emma,
ci sentiamo di ringraziarti, non come donne ma come persone, per la semplicità, l’onestà e perché no, l’umana paura con cui hai parlato del tuo male.
“ A tutti coloro che in Italia e altrove affrontano questa o altre prove voglio solamente dire che dobbiamo tutti sforzarci di essere persone e di voler vivere liberi fino alla fine, insomma io non sono il mio tumore e voi neppure siete la vostra malattia, dobbiamo solamente pensare che siamo persone che affrontano una sfida che è capitata”.
Cara Emma,
le sfide non ti hanno mai spaventata e spesso le hai vinte. Vincerai anche questa e, stanne certa, noi saremo ad aspettarti.