La moglie separata può accedere ai CUD dell’ex marito dipendente pubblico per conoscere le indennità percepite al di fuori dello stipendio e non rientranti nella dichiarazione dei redditi. Si tratta di guadagni che potrebbero influire sull’assegno di mantenimento e la p.a. non può quindi negare l’accesso per tutelare la privacy, anche perché l’entità di quanto percepito dal coniuge non costituisce un dato sensibile.
E’ quanto ha stabilito il Tar del Lazio nella sentenza 35020 del 2 dicembre 2010. Il Collegio amministrativo ha accolto il ricorso di una donna contro il provvedimento con cui il Ministero della Giustizia, datore di lavoro dell’ex marito, le negava l’accesso ai modelli CUD 2009 e 2010 del coniuge. L’ex moglie richiedeva l’accesso ai documenti, per poter venire a conoscenza delle indennità e dei compensi percepiti dal marito, ingegnere, non compresi nello stipendio e quindi non risultanti dalla dichiarazione dei redditi. La donna presentava istanza di accesso al Ministero dopo che il marito non aveva provveduto alla richiesta del giudice della separazione di depositare i modelli CUD. I giudici romani le hanno dato ragione, ricordando da un lato che “i CUD non rientrano nei casi di esclusione dal diritto di accesso disciplinati dall’art. 24, comma 1 lett. b) della più volte citata legge n. 241 del 1990”, dall’altro che “non vi è alcuna preclusione alla instaurazione del giudizio sull’accesso ai documenti, per la pendenza di un giudizio civile, nella cui sede l’ostensione degli stessi documenti potrebbe essere disposta dal giudice ordinario mediante ordine istruttorio ex art. 210 c.p.c. oppure mediante richiesta di informazioni ex art. 213 c.p.c. , stante l’autonomia della posizione sostanziale tutelata con gli articoli 22 e seguenti della legge n. 241 del 1990 rispetto alla posizione che l’interessato intende difendere con altro giudizio e della relativa azione posta dall’ordinamento a tutela del diritto di accesso, laddove, diversamente opinando, ciò si tradurrebbe in una illegittima limitazione del diritto di difesa delle parti”. Il Tribunale amministrativo ha quindi annullato il diniego dell’amministrazione, disponendo che gli atti siano messi a disposizione dell’ex moglie.