Superlativamente splendido questo saggio di Patrizia Bove che ha come sottotitolo “la donna, tra mito, storia e simboli”, che ho letto in un soffio, che mi ha appassionato, emozionato e arricchito e di cui desidero parlarvi.
Inizio estrapolando un paragrafo dalle note iniziali dell’autrice che spiega la motivazione del titolo “Lilith è il simbolo della donna ribelle, non soggiogata al potere maschile, libera nel pensiero e nelle azioni, consapevole delle sue capacità e del suo valore; Eva è, invece, il simbolo della donna che si conforma al ruolo che il maschio le ha attribuito, quella che sta sempre “un passo indietro” al suo uomo, la moglie e la madre devota. In realtà, Lilith – la Strega – ed Eva – la Madonna – convivono entrambe nella figura femminile, ma la loro, per maledizione divina, è una convivenza difficile, un antagonismo ancestrale”.
Bove ha scelto venti donne, dieci che definisce “donna Lilith” e altrettante “donna Eva”; ognuna viene descritta dall’autrice con una straordinaria empatia che le permette di impersonarsi in ciascuna di loro arricchendole con una dettagliatissima bibliografia sia nelle note a piè di pagina che in quella riassuntiva finale. È un viaggio attraverso i secoli per fare memoria di alcune donne escluse dalla storia a nome delle tante altre che non hanno trovato posto in questo libro; anche per questo è entrato subito in consonanza con la sottoscritta che da anni si occupa, con il suo sito e i suoi saggi, di riportare alla luce le donne dimenticate in ogni campo del sapere. Così scrive Bove “C’è un filo invisibile che unisce le donne di tutti i tempi e di tutti i luoghi; un filo che, nel dispiegarsi, ogni tanto si intreccia in un nodo. Quei nodi rappresentano i pregiudizi e gli ostacoli che le donne incontrano nel loro percorso di vita e si chiamano: sottomissione, svalutazione, indifferenza, sfruttamento, invisibilità, violenza… Nonostante il processo di emancipazione, ancora oggi devono essere sciolti molti “nodi”, retaggi di una cultura antica (patriarcale) che impedisce la piena realizzazione personale e professionale delle donne”: grazie!
Affascinante, per chi scrive, la parte mitologica e originale la scelta delle venti donne, una delle quali è un personaggio di un libro e un’altra una dea: standing ovation!