Il 30 giugno scorso l’Italia avrebbe dovuto inviare la domanda formale alla Commissione Europea per la quarta rata di finanziamenti, ma così non è avvenuto. Restiamo in attesa dei fondi della terza rata, non ancora erogata a causa dei ritardi sulle scadenze fissate per il primo semestre 2023 (17 milestone/target su 27 ancora da completare).
I documenti presentati alla stampa e quelli inviati al Parlamento divergono circa lo stato di avanzamento del Piano, mentre la proposta di revisione che dovrebbe essere pronta per fine agosto ancora non c’è.
Nel suo intervento a #missioneitalia 2023, Céline Gauer, Direttore Generale della Task Force Ripresa e Resilienza della Commissione Europea, ha sottolineato come il PNRR sia estremamente importante per l’Italia in quanto strumento di trasformazione, non solo per l’ammontare dei finanziamenti ma anche per le riforme strutturali che contiene: l’Italia ha il piano più grande dei 27 Stati membri.
Il successo del piano italiano è il successo dello strumento per l’Ue.
Il PNRR è anche un’opportunità per Comuni e Città per attuare politiche comuni e rendere l’Europa più sostenibile, più competitiva, più inclusiva.
L’attuazione del piano non è un obiettivo in sé, ma uno strumento. Il PNRR porterà un’accelerazione nel processo di decarbonizzazione, la lotta al cambiamento climatico, infatti, deve iniziare dalle città.
Il PNRR sostiene la l’efficientamento energetico degli immobili pubblici e privati, il trasporto urbano sostenibile con l’introduzione di stazioni di ricarica in tutto il paese per ridurre le l’inquinamento atmosferico e i collegamenti ferroviari tra le città. Il PNRR riguarda anche il rafforzamento della coesione territoriale e sociale: il 30% della spesa sociale è incentrata su sanità, istruzione, mercato del lavoro, competenze. Anche in questo caso città e comuni sono in prima linea: Strutture per l’infanzia; Migliore accesso all’assistenza sanitaria attraverso le case di cura; Nuova edilizia sociale pubblica.
Il PNRR contribuirà anche ad attrarre imprese, ad esempio attraverso la digitalizzazione della PA e la semplificazione delle autorizzazioni.
Sosterrà la crescita delle imprese e la creazione di posti di lavoro.
Le implementazioni richiedono la cooperazione di tutti i livelli:
– Cooperazione tra Città: le competenze e le migliori pratiche dovrebbero essere condivise tra Città ed Enti Territoriali.
– Cooperazione con la Commissione: tutti gli attori coinvolti devono identificare e segnalare rapidamente i ritardi per poterli affrontare.
La revisione del Piano è un’occasione per farlo, ma deve essere rapida.
Il Timing del 2026 è una scadenza assoluta ed anche la possibilità di fare le cose più velocemente.
Degli oltre 191 mld di risorse messe a disposizione dal PNRR circa 40 mld sono destinati a progetti che saranno attuati dai Comuni.
La grande opportunità del PNRR sta nel dare centralità ai Comuni, alle Province e alle realtà locali.
Oggi ci sono circa 210mila progetti in corso in Italia legati al PNRR.
In Lombardia ci sono progetti per circa 13 miliardi di euro e i Comuni sono i protagonisti.
I progetti messi in campo della Funzione Pubblica puntano alla:
– digitalizzazione,
– semplificazione,
– innovazione tecnologica
– tutela del paesaggio rurale,
– sviluppo dei parchi e giardini storici,
– rafforzamento della mobilità dolce e del trasporto pubblico,
– messa in sicurezza e la riqualificazione energetica degli edifici scolastici,
– il potenziamento degli asili e delle infrastrutture sportive,
– il social housing e la rigenerazione urbana per città e territori.
Le misure prevedono:
– modifiche per i Segretari comunali,
– la stabilizzazione del personale degli enti locali,
– la nuova disciplina sui concorsi pubblici,
– la valorizzazione del merito e del capitale umano.
Un aspetto fondamentale è rappresentato proprio dalla “competitività professionale”, la capacità di garantire al tempo stesso contenuti di lavoro qualificanti, percorsi di crescita individuale e di accrescimento nel tempo delle competenze e delle capacità.
Reingegnerizzazione e semplificazione attraverso la digitalizzazione
L’obiettivo assegnato dal PNRR è di reingegnerizzare e digitalizzare 600 procedure entro il 30 giugno 2026, di cui 200 entro il 31 dicembre 2024, ulteriori 50 entro il 30 giugno 2025.
Sul tema della semplificazione, c’è poi un tema strettamente legato che è quello della digitalizzazione.
La transizione digitale è uno dei sei pilastri per le strategie di rilancio delle economie europee e il nostro PNRR destina circa il 27% a investimenti in tecnologie, infrastrutture e processi digitali finalizzati a promuovere la competitività del Paese. Tra queste risorse, circa 6,14 miliardi di euro sono destinati in maniera specifica a interventi volti a trasformare la PA in chiave digitale.
Dalla fine del 2022 è stata attivata la piattaforma nazionale digitale dati, la piattaforma abilitante che consente a tutte le amministrazioni di essere interoperabili con un concetto molto semplice di ‘once only’ per cui il cittadino fornisce alla Pa delle informazioni una volta sola. Le priorità dell’azione di Governo nel settore digitale:
– rafforzare la rete fissa per rendere la connessione il più veloce possibile, mentre per poter sfruttare al meglio le potenzialità del 5G va fatto un lavoro di aggiornamento delle infrastrutture già usate per il 4G
– accelerare sulla possibilità dei cittadini di utilizzare i servizi di backup.
Sul tema della rendicontazione e del monitoraggio e quindi del Regis sono state emanate diverse circolari e manuali tecnico operativi che vanno messe a sistema per
– rafforzare il sistema di monitoraggio con un sito dedicato,
– creare un tavolo con i Ministeri per allineare i manuali tecnico operativi,
– coordinare i presidi territoriali e creare dei team locali che possano supportare gli Enti.
L’attività di monitoraggio
L’attività di monitoraggio è intesa come un processo che porta a essere più consapevoli sulle voci di spesa generali di tutte le amministrazioni: lo strumento Regis, infatti, viene utilizzato per monitorare tutti gli investimenti e non solo il PNRR. Pur essendo un sistema complesso la piattaforma è uno strumento di cui i Comuni e le Province devono approfittare in maniera proattiva.
Alcuni problemi sono sorti relativamente al completamento dell’alimentazione con i progetti mancanti, soprattutto quelli relativi alle “piccole opere” e ad altre misure già “in essere”, finanziate inizialmente con fondi nazionali e poi inglobate nel PNRR o allo snellimento delle procedure di erogazione degli acconti e dei pagamenti intermedi, la cui lentezza rischia di costituire un serio problema per la tenuta finanziaria degli enti più deboli.
Sebbene ci siano alcune difficoltà anche nell’ambito dei progetti presenti in Regis, i Comuni sono il comparto più dinamico in termini di gare bandite su progetti PNRR e ciò conforta il trend positivo della spesa comunale per investimenti fino ai primi mesi 2023, della dinamica degli impegni e dell’ammontare del Fondo pluriennale vincolato.
La tendenza di fondo degli investimenti comunali è positiva e si è ulteriormente accentuata nel biennio 2022-2023, con riferimento a tutto il territorio nazionale.
Le stime 2023 fanno prevedere un recupero di 5,7 mld. di euro (+69%), rispetto al minimo storico del 2017, sulla base dei dati molto positivi dei primi cinque mesi del 2023, portando il volume dei pagamenti a 14,1 mld. di euro.
Si stima quindi un ulteriore incremento di 2,5 mld rispetto al 2022. La crescita investe tutte le fasce demografiche dei Comuni italiani, con maggiore intensità negli enti di piccola e piccolissima dimensione.
È stimato che i dati di cassa di fine 2023 e quelli dei rendiconti 2022 mostreranno livelli ancor maggiori di capacità di spesa, per effetto delle importanti misure PNRR di cui sono in corso le attività di aggiudicazione e di avvio lavori.
I Comuni hanno già raggiunto il 91% della assegnazione PNRR: 36,3 Miliardi su 40 programmati. Gli altri soggetti attuatori sono a circa il 46% delle assegnazioni. Complessivamente a giugno 2023 i progetti PNRR già finanziati sono 197mila per un valore di 105,7 miliardi di euro (al netto di cofinanziamenti).
Dei 36,3 miliardi di euro di assegnazioni ai Comuni 3,9 miliardi sono stati assegnati nel 2020 (si tratta di progetti in essere), 8,9 miliardi nel 2021, 21,8 nel 2022 e 1,7 miliardi nel primo semestre 2023.
Secondo i dati ANAC le gare bandite con risorse Pnrr e/o Pnc da luglio 2022 fino a metà giugno 2023 sono circa 102mila, di cui il 51%, ossia quasi 52mila, a titolarità comunale.
I Comuni sono la prima categoria di committenti per numero di gare bandite Pnrr/Pnc, seguiti da società/aziende/consorzi e scuole/università/enti di ricerca, a quota 16mila e 14mila gare rispettivamente.
Il ritmo di pubblicazione delle gare è sostenuto: nel primo semestre 2023 il numero di gare bandite dai Comuni è più che raddoppiato, passando da circa 24mila di gennaio 2023 a circa 52mila di metà giugno 2023.
I nostri obiettivi
-Mettere a disposizione una “cassetta degli attrezzi” con modelli, pareri/consigli e strumenti.
-Creare partenariati locali per incentivare il dialogo tra tutti gli attori coinvolti e avviare collaborazioni per favorire lo sviluppo di rapporti continuativi per far restare quanto implementato sul territorio per efficientare la struttura delle amministrazioni locali ed avere competenze e capacità da mantenere nel tempo.
– La metodologia di lavoro prevede di mettere in atto strumenti durevoli, oltre il 2026 in particolare per quanto riguarda la raccolta e l’analisi dei dati, anche per capire cosa accadrà nel lungo periodo.
– Sviluppare una mappatura in aggiornamento continuo che mette in correlazione le procedure complesse e i progetti PNRR per capire l’impatto sul territorio degli investimenti degli enti locali, indicando anche la necessità di sviluppare sinergie.
– Definizione delle criticità sul cronoprogramma per anticipare possibili impegni e richieste da parte dei Comuni.
Il tema delle competenze da mettere in campo
Il tema delle competenze e dell’organico degli EE.LL, è centrale e il PNRR lo ha amplificato perché oltre a presentare un impianto di gestione articolato, al pari di quello dei fondi strutturali, il PNRR impone una maggiore attenzione alla verifica dei risultati in un’ottica performance-based, al fine di ottenere le risorse finanziarie del NGEU.
Il quadro così definito richiede profili professionali adatti a lavorare in una logica di forte orientamento al risultato.
Le maggiori difficoltà sono più evidenti negli Enti Locali, in modo particolare nei Comuni, soprattutto tra quelli di più piccole dimensioni, che si trovano spesso prive delle competenze necessarie ad attuare gli investimenti nei diversi settori interessati.
Uno degli obiettivi di medio termine è far sì che l’apporto di competenze e le progettazioni sviluppate siano funzionali per l’acquisizione di risorse da parte degli EE.LL oltre il PNRR.
Alla necessità di un supporto tecnico-organizzativo gestionale, indispensabile per poter “mettere a terra” gli investimenti nel rispetto dei tempi stretti del Piano occorre far fronte con la messa a sistema, a livello territoriale, dei profili professionali esistenti e che si dovrebbero “ condividere” nell’ottica di una collaborazione territoriale.
Occorre conoscere le tecnicalità del PNRR per quanto riguarda le procedure di monitoraggio, rendicontazione e appalto; occorre dotarsi di competenze gestionali e organizzative di project management necessarie a gestire progetti complessi con diverse linee di attività e soggetti coinvolti e in questa direzione l’attività dei 1000 Esperti potrebbe dare un grande apporto.